L’ultima gara della stagione è la partita dei tanti significati. C’è l’addio al calcio di Luis Figo, per l’occasione capitano con il benestare di Javier Zanetti; c’è la cerimonia di premiazione con il trofeo dello scudetto consegnato ai Campioni d’Italia; ma c’è anche la commemorazione e il ricordo – ed il minuto di silenzio – per le vittime della raffineria Saras di Cagliari.
Ma quando si entra in campo è partita vera: Mourinho – che lascia, a mo’ di ringraziamento, la panchina al suo staff con in testa il fido Bernazzani – manda in campo Julio Cesar; Zanetti, Cordoba, Samuel, Chivu; Stankovic, Cambiasso, Muntari; Figo, Balotelli e Ibrahimovic. Al 4-3-3 nerazzurro, Del Neri risponde con il consueto 4-4-1-1 con Doni a sostegno di Plasmati: per il resto, in campo va la formazione annunciata alla vigilia.
Pronti via e Bellini, al primo minuto, si invola sulla sinistra ma il cross è calibrato male e finisce mestamente tra le braccia di Julio Cesar.
Al quinto una grande invenzione di Figo sulla destra permette all’Inter di andare in gol: il portoghese riceve palla da capitan Zanetti, si invola sulla destra, scarta due avversari e crossa. Consigli respinge male e corto e Muntari e lì: il ghanese piazza il gol nell’angolo lontano laddove il portiere atalantino nulla può.
Al nono l’Atalanta riporta il risultato in pareggio. Calcio d’angolo per i nerazzurri di Bergamo, Chivu si lascia scappare Doni che trafigge Julio Cesar con un preciso colpo di testa.
All’undicesimo Cambiasso becca in diagonale Ibrahimovic: lo svedese parte sul filo del fuorigioco, si invola verso la porta atalantina e trafigge, per la seconda volta, Consigli.
Cigarini da ventidue metri, al ventiquattresimo, trafigge Julio Cesar: l’ormai neo napoletano raccoglie una palla vagante respinta male dalla difesa interista e piazza la stoccata vincente alle spalle del brasiliano.
La partita è bella, senza estremi tatticismi: lo spettacolo ne beneficia. Certo, “Mou”, se fosse una partita vera, avrebbe da ridire sull’atteggiamento dei suoi, ma tant’è. Quando si gioca da Campioni d’Italia tutto risulta più facile e leggero.
A cinque minuti dalla fine, standing ovation per Luis Figo: lascia il campo a Davide Santon e tutto lo stadio – giocatori atalantini compresi – lo applaude. L’addio – giusto, giustissimo – ad un grande campione.
Nella ripresa, al cinquantesimo, Ibrahimovic – su punizione – stampa il pallone sulla barriera. Due minuti dopo, invece, la punizione spetta all’Atalanta: il tiro di Doni va a finire nel sette laddove nulla può fare il brasiliano Julio Cesar. Punizione bellissima e tecnicamente di valore altissimo.
Al sessantesimo viene annullato un gol a Muntari. Straordinaria rovesciata: peccato che fosse fuorigioco netto.
Al sessantacinquesimo, dopo quasi quattro mesi d’assenza, fa il suo rientro in campo Maicon: il laterale destro torna così a disposizione di Mourinho, anche se il campionato è finito. L’infortunio muscolare è ormai un ricordo. A cedergli il posto è Stankovic, mentre va dentro anche Crespo al posto di Chivu. Bernazzani (o Mourinho?) ridisegna così la squadra per tentate di agguantare il pareggio.
Al sessantaseiesimo traversa di Padoin da distanza siderale. Julio Cesar battuto ma dopo il legno il pallone si spegne fuori dal campo. Due minuti dopo traversa per l’Inter: Crespo di testa coglie il legno appena entrato.
Dal settantesimo in poi, quando non c’è più nulla da dire, la partita si incattivisce: falli, nervosismo, qualche cartellino giallo e qualche decisione arbitrale discutibile. Ma tant’è.
Il 3-3 arriva grazie a Cambiasso che, al settantanovesimo, sfrutta una mischia in seguito ad un calcio d’angolo e mette dentro beffando Consigli. Poi, due minuti dopo, all’ottantunesimo, Crespo si invola, passa la palla al volo a Ibrahimovic che, scatenato e con le spalle alla porta, beffa nuovamente il portiere atalantino con un tacco di destro di pregevole fattura. E, in due minuti, la partita è capovolta: da 2-3 a 4-3.
Finisce 4-3 per l’Inter: una gara bella, intensa, spettacolare, anche un po’ acida. Ma l’Inter è Campione d’Italia per la diciassettesima volta: i tifosi sugli spalti cantano “I campioni dell’Italia siamo noi” e non c’è nulla di più vero. E il trofeo dello scudetto che capitan Zanetti ha appena alzato lo testimonia.
ATALANTA-INTER 4-3
Marcatori: 6' Muntari; 10' Doni, 12' Ibrahimovic, 25' Cigarini, 8' st Doni, 35' Cambiasso, 36' Ibrahimovic
Inter: 12 Julio Cesar; 4 Zanetti, 2 Cordoba, 25 Samuel, 26 Chivu (19' st Maicon); 5 Stankovic (19' st 18 Crespo) , 19 Cambiasso, 20 Muntari; 7 Figo (43' 39 Santon), 8 Ibrahimovic, 45 Balotelli;
A disposizione: 1 Toldo, 9 Cruz, 14 Vieira, 16 Burdisso;
All.: José Mourinho
Atalanta: 1 Consigli (1' st 31 Coppola); 8 Garics, 2 Talamonti, 5 Manfredini, 6 Bellini; 34 Defendi (25' st 11 Cerci), 21 Cigarini, 17 Guarente, 22 Padoin; 72 Doni; 9 Plasmati;
A disposizione: 13 Peluso, 26 Pellegrino, 27 Capelli, 55 Parravicini, 11 Cerci, 99 Zaza;
All.: Luigi Del Neri
Arbitro: Rocchi di Firenze
Note: spettatori 69.405 Ammoniti: 12' Stankovic, 37' Ibrahimovic
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