Giovedì, Alessandro Antonello e Paolo Scaroni hanno manifestato la volontà di Inter e Milan di portare avanti insieme il progetto dello stadio nuovo. Eppure, secondo la Gazzetta dello Sport, lo scenario potrebbe improvvisamente mutare ora che i rossoneri si avvicinano al cambio di proprietà con l'avvento di InvestCorp, fondo del Bahrein che potrebbe anche prendere in considerazione l'idea di costruire lo stadio solo per i rossoneri. E allora, come potrebbe agire l'Inter? In Viale della Liberazione, l’eventualità per ora è considerata remota. Ma i dirigenti interisti si stanno comunque preparando ad ogni evenienza per non farsi prendere in contropiede. Con una certezza di fondo: il club nerazzurro non resterebbe certo da solo col cerino in mano del vecchio San Siro. "Non potrebbe sfruttare un impianto non di proprietà, da ristrutturare in autonomia, e con costi di gestione invariati rispetto al passato. A quel punto, la ricerca di uno stadio tutto nerazzurro sarebbe una conseguenza quasi naturale", si legge.

Rimane comunque ancora fiducia sulla possibilità di proseguire assieme al Milan, anche in base a considerazioni di natura finanziaria: "il ritorno di uno stadio realizzato da entrambi i club permetterebbe di guadagnare in un orizzonte temporale molto più ristretto, 4-5 anni, rispetto a un progetto solitario, tutto da zero, con guadagni attesi solo dopo 10-12 anni". In casa Inter aspettano gli sviluppi di Via Aldo Rossi, ma si percepisce la sensazione che il clima sia di fervore: con l'arrivo di nuovi investitori, gli equilibri potrebbero prima o poi cambiare. E se cambio di rotta dovesse essere, a quel punto l’Inter dovrà riconsiderare ogni ipotesi, partendo dal presupposto che servirà un nuovo impianto, più moderno. E potrebbe tornare in auge anche l'idea del riammodernamento di San Siro, però con presupposti completamente diversi dal passato. "Anche perché diventerebbe dirimente il costo della concessione di San Siro: al momento vige un contratto fino al 2031 secondo cui Milan e Inter dividono una spessa complessiva da dieci milioni l’anno. Impossibile che quello stesso canone venga pagato da una sola società e e sarebbe necessario trovare nuove, faticose intese. Tradotto: partirebbe la corsa a un altro impianto di proprietà, da costruire magari prima dei cugini visto il know how accumulato negli anni. Nella Milano che guarda all’insù, lì dove si faticava a costruirne uno, improvvisamente potrebbero nascere due stadi", conclude la Rosea.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 30 aprile 2022 alle 08:15
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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