Tutti i passi dell'esonero di Stramaccioni, riportati sulla Gazzetta dello Sport da una delle prime firme del quotidiano in rosa, Luigi Garlando in un pezzo letteralmente esplosivo. Naturalmente, queste verità andrebbero confermate e servirebbe una replica da parte dei diretti interessati.

1) Cambiasso. L'argentino sta fuori alla 2^ di campionato e la prende male. Per Stramaccioni Cambiasso può servire in alcuni casi, non di più. In un successivo scontro alla Pinetina, davanti alla squadra, Zanetti si metterà contro Cambiasso: sembra una rivoluzione. Nei giorni dell'esonero i due argentini hanno parlato, amici più di prima. Cassano lo aveva appena fatto. Dai tre nessun cenno solidale al tecnico saltato.

2) Sneijder. Branca non parla in pubblico: spiegando il caso Sneijder si incarta esponendosi all'accusa di Mobbing. L'olandese parte perché guadagna troppo (Cambiasso guadagna 4.8 milioni ma resta senza problemi). Per l'allenatore è una mazzata. Non ha avuto gli attaccanti esterni, ora perde la miglior qualità offensiva.

3) Milito. Quando Moratti chiese del centravanti, Stramaccioni fece capire che puntava tutto su di lui. Con l'argentino ha espugnato lo Juventus Stadium e battuto Mazzarri. Unico buon regalo del mercato: Kovacic. Lo scoprì Strama studiando in cassetta il terzino della Dinamo Zagabria Vrsaljko.

4) Gli infortuni. Stiramenti di secondo grado come ciliegie: uno tira l'altro. Curiosità: Alvarez finisce l'allenamento senza problemi, ma non sale sul pullman per Genova, appiedato da una risonanza improvvisa. Palacio non sente dolore e chiede di provare a correre, ma viene liberato solo all'ultima giornata. A un certo punto anche Moratti nota le anomalie e assicura che provvederà. Il dottor Combi ha ottimo feeling con i veterani e la scelta di Zanetti di operarsi a Pavia e non in Finlandia ha dato un grande appoggio politico. Frequenti le sollecitazioni a frenare i carichi per tutelare i senatori, ma i Guarin e i Pereira hanno bisogno di riempirsi di forza. Difficile non fallire con 16 giocatori fuori.

5) Cassano. L'idillio tra Fantantonio e il tecnico si guasta subito. Cassano intuisce che la pratica rinnovo è complicata. Stramaccioni vuole una squadra senza tare atletiche (Cambiasso e Cassano), e gradirebbe Zanetti riserva di lusso, o preferibilmente, dirigente. Nello spogliatoio si parla sempre più spesso di Mazzarri: Mazzarri e Cassano condividono il manager Bozzo. Bozzo si è offerto per assistere Stramaccioni. All'Inter da quest'estate lavora Fassone, che sembrerebbe aver spinto per Mazzarri. Strama fa un conto solo tra le provocazioni e i comportamenti di Cassano: ecco la violenta zuffa di marzo.

6) Gli arbitri. Se si pensa alle polemiche di Juve e Milan, verranno in mente solo Marotta e Galliani, all'Inter viene in mente Bonolis. "La faccia l'ha sempre messa Strama", spiega Garlando. Dopo la sconfitta di Siena un dirigente toscano avrebbe confidato: "Mai visto qui un allenatore così solo prima e dopo la partita".

Dopo tutto questo, Stramaccioni si presenta da Moratti e chiede una rivoluzione. Del tipo: "Pres, mi cambi tutto attorno. Al resto ci penso io". Ma Moratti ha cambiato lui. Stramaccioni non ha sofferto la cacciata in sé, ma il modo e l'onda lunga che montava da mesi. E ora si sente come se avesse 15 anni, un legamento rotto e un sogno a pezzi. Due estati fa era seguito da Inter, Juve, Roma, Fiorentina e Sacchi (Under 17). Ma ora fatica a considerare Genoa e Parma. Era l'Inter che voleva fare felice.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 26 maggio 2013 alle 11:12
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
vedi letture
Print