Mentre la squadra è impegnata a leccarsi le ferite dopo la sconfitta inaspettata di Napoli, la società di via Durini è sempre al lavoro alla ricerca dei giocatori ideali per la prossima stagione. Il reparto offensivo gira intorno al nome di Milito, per la difesa è tornato in voga quello di Bruno Alves. Ma l'abbondanza di ipotesi riguarda il centrocampo, reparto che Mourinho vorrebbe rinforzare con due innesti di qualità Se per Obi Mikel la trattativa potrà decollare solo quando il giocatore rifiuterà ufficialmente il rinnovo del contratto con il Chelsea, l'altro "buco" potrebbe essere riempito da un giocatore più tecnico e dotato di maggiore fantasia. Resta in piedi l'ipotesi D'Agostino, anche se nelle ultime settimane una situazione apparentemente favorevole ha fatto guadagnare punti a Deco, stanco di Londra dopo neanche una stagione con il Chelsea.

Deco è un pallino di Mourinho, a lui il tecnico ha affidato le chiavi del centrocampo del Porto, capace di vincere Coppa Uefa e Champions in due anni. Su di lui ha puntato anche il Barcellona, prima di cederlo al Chelsea su richiesta esplicità di Scolari, che lo ha allenato nella nazionale lusitana. Poi, però, con l'allontanamento di Scolari anche la posizione di Deco è cambiata e il diretto interessato è dventato insofferente, anche perché considerato un uomo di Scolari. Dotato di ottima tecnica e buona visione di gioco, il centrocampista è in grado di giocare dietro le punte ma anche in posizione più arretrata. Rapido nei lanci, è anche forte fisicamente nonostante un fisico non certo scultoreo. In teoria, sarebbe molto utile alla causa nerazzurra, anche perché potrebbe rientrare in un'operazione con Quaresma, attualmente in prestito ai Blues. Uno scambio di cartellini risolverebbe anche il problema del ritorno (poco gradito) del Trivela a Milano, dando a Mourinho un elemento di valore.

L'unica perplessità, non di poco conto, riguarda l'età di deco, che ad agosto compierà 32 anni. Non certo un ragazzino, dunque. Viene da chiedersi il motivo di un eventuale interesse nei confronti di un buon giocatore, che però non garantisce molti anni a venire ad alto livello. L'intenzione di svecchiare la rosa, rinunciando ai vari Cruz, Crespo, Vieira e Figo, dovrebbe coinvolgere anche i nuovi arrivi, da pescare tra giocatori futuribili e sui quali Mourinho può lavorare da insegnante. L'arrivo di Deco stonerebbe non poco con questa strategia, anche se alzerebbe il livello tecnico della squadra. Ma ne vale la pena? Oppure è meglio investire su un campione che ancora non abbia mostrato tutto il proprio patrimonio calcistico e sul quale si potrà fare affidamento anche nei prossimi 5 anni? Se la società vuole seguire una determinata strada, non deve avere dubbi. Puntare sui giovani rappresenta un rischio, ma affidarsi a ultratrentenni non offre migliori garanzie di successo e limita gli obiettivi pluriennali di aprire un ciclo vincente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 27 aprile 2009 alle 20:09
Autore: Fabio Costantino
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