Dietro alle parate di Onana, alle dichiarazioni di Marotta, Inzaghi, Zhang, alle sbracciate di Barella, ai gol rumorosi di Lautaro ci sono anche loro. I leader "silenziosi". In ogni squadra ci sono, in ogni squadra fanno la differenza. Non amano fare proclami davanti ai microfoni o "caciara" sui social. Se parlano, parlano al momento giusto, se non parlano è perché amano far parlare il campo.

Se cercate sul vocabolario la definizione esatta di leader silenzioso troverete sicuramente il nome di Matteo Darmian da qualche parte. Ieri contro il Porto ha dovuto rimpiazzare il malconcio Skriniar nella difesa a tre, rimediando un cartellino giallo nel primo tempo a causa di una brutta palla persa da Barella. Gara condizionata? Niente paura, come canta Ligabue. Darmian è uscito dal campo nella ripresa per crampi dopo aver dato tutto, fino all'ultima goccia di energia, risultando ancora una volta tra i migliori in campo. Lo puoi schierare braccetto nella difesa a tre o come quinto di destra a centrocampo, per lui non fa differenza. In campionato ha avuto la meglio prima su Kvaratskhelia e poi su Leao. Parla poco, ma quando è in campo si fa sentire eccome.

Il secondo leader silenzioso di questa Inter è Acerbi. Vi ricordate le critiche in estate dopo il suo arrivo tanto voluto da Inzaghi? Ha preferito sorvolare, facendo parlare anche in questo caso solo il campo. In poche settimane ha "rubato" il posto a De Vrij nella difesa a tre. Come Matteo, Francesco è quasi sempre risultato uno dei migliori in campo. Pochissime sbavature che si possono contare sulle dita di una mano. Non ha fatto vedere palla a Osimhen, a Giroud e nei 200 minuti contro il Porto, tra andata e ritorno, ha praticamente preso tutto quello che poteva prendere. Una garanzia.

Il terzo leader "silenzioso" è Calhanoglu. Lui la voce a volte la fa sentire ultimamente anche fuori dal campo e sui social, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti della sua ex squadra, il Milan. Per molto tempo però è rimasto in silenzio, nonostante i continui attacchi provenienti dai suoi ex tifosi e anche dai suoi ex compagni di squadra. Quello con l'Inter è stato un amore a prima vista. Facile con due piedi così, ma ad aver fatto innamorare il tifo nerazzurro è la sua tenacia e grinta in mezzo al campo, tanto da rendere uno come Brozovic  Ieri, a lunghi tratti, è stato il più lucido in fase di palleggio e uscita, smistando palloni che potevano pensare quintali per chiunque. Non per uno come lui. Una prestazione sontuosa premiata dal titolo di MVP. 

Il quarto leader silenzioso è Henrikh Mkhitaryan. Noi abbiamo perso il conto delle partite consecutive in cui Inzaghi lo ha schierato titolare. I tifosi nerazzurri reputano questa una "forzatura", ma l'armeno dimostra all'età di 34 anni di correre davvero ancora come un treno. Prezioso nella fase di interdizione, fondamentale nel convertire l'azione da difensiva a offensiva. Inzaghi non può farne a meno e lo dimostra ogni partita. Anche lui parla poco, preferisce che a parlare siano le sue prestazioni e i gol pesanti che hanno regalato all'Inter punti pesantissimi in campionato e in Europa.

Il quinto e ultimo, ma non meno importante, leader silenzioso è Danilo D'Ambrosio. Entrato nel finale rovente del Do Dragao, non ha sbagliato letteralmente nessun pallone, nessuna giocata, nessuna lettura, regalando all'Inter ossigeno puro e secondi preziosi. Per non farsi mancare nulla è riuscito anche a far espellere Pepé. Il suo futuro a partire da giugno potrebbe essere lontano da Milano. Sarà così? Prima o poi accadrà, la certezza è che uno come lui mancherà e anche tanto. Dentro e fuori dal campo. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 15 marzo 2023 alle 17:30
Autore: Raffaele Caruso
vedi letture
Print