Menez, Sissoko, Sirigu e adesso Pastore. Tutti, nel giro di pochi giorni, dall’Italia al Paris Saint Germain. Potere dei petroldollari, che hanno arricchito il club sotto la Tour Eiffel e che fanno la gioia di Leonardo, recentemente incaricato, in qualità di direttore generale, di costruire una squadra all’altezza delle grandi d’Europa. E che il suo lavoro (dirigente) lo conosca bene, il brasiliano lo sta dimostrando. Dalla conferenza stampa quasi commovente, in cui ha ammesso di essersi trovato fuori dall’Inter senza avere accettato altre proposte, a un portafoglio pieno zeppo per saccheggiare il campionato italiano, che per lui non ha segreti: non si tratta proprio di un passaggio dalle stelle alle stalle. Per Leo, dunque, è in pieno corso il progetto al quale ha aderito con entusiasmo. Certo, allenare l’Inter è un’esperienza altamente formativa, ma è nulla al confronto di un incarico del genere con datori di lavoro generosi come lo sceicco Al-Thani, che lo paga profumatamente per acquistare grandi giocatori e gli ha messo a disposizione un budget di primissimo livello. In un mercato così ‘povero’, dove ogni centesimo viene soppesato, viene da pensare: ti piace vincere facile?

Il brasiliano aveva in mente di allenare i nerazzurri anche per la nuova stagione, sfruttando le sue conoscenze da dirigente per portare a Milano ottimi calciatori sudamericani. L’idea era quella, prima dell’assalto franco-arabo che ha cambiato le sorti sue e del club di Corso Vittorio Emanuele. Dove, va aggiunto, si continuano a soppesare i centesimi, mentre Leonardo spende e spande a piacimento dalla capitale francese (e meno male che nel giorno della presentazione parigina aveva premesso un mercato ‘ragionato’…). Nel giro di pochi giorni, dunque, il direttore generale del PSG ha già acquistato per i transalpini tre ottimi calciatori e un campione, almeno potenzialmente: Pastore.

Che il trequartista avrebbe lasciato Palermo era scritto su tutti i muri del capoluogo siciliano, che l’avrebbe fatto per trasferirsi all’estero lo sosteneva da tempo Zamparini, che ha concretizzato così il suo progetto di fare cassa, e tanta, rinunciando al suo gioiello. L’Italia, diceva, non poteva permetterselo. E ha avuto ragione. Vale la pena ricordare che Pastore è da sempre un pallino di Moratti, non certo un’ossessione, ma quel tipo di giocatore che stuzzica la fantasia del presidente. Ma certe cifre sono fuori luogo nel nostro Paese, soprattutto in casa nerazzurra. Pastore sarebbe stato comunque un sogno per i nerazzurri, che non hanno mai cercato di portarlo realmente a Milano, per quanto i media sostenessero il contrario.

A Leonardo è bastato un blitz di poche ore e lo ha fatto suo. Potere del denaro, che all’Inter il dirigente (non tecnico, dirigente) ex Milan avrebbe dovuto centellinare e sfruttare al massimo, ottimizzando ogni operazione. Problema che in Francia non ha e, probabilmente, non avrà mai, almeno fino a quando monsieur Platini non metterà un freno ufficialmente alle spese pazze. Nel frattempo, Leo proseguirà nell’arte del saccheggio in tutta Europa, sperando che non gli venga voglia di prendere di mira i campioni della squadra che ha allenato fino allo scorso maggio…


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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 30 luglio 2011 alle 15:50
Autore: Fabio Costantino
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