Protagonista di un'intervista doppia con Davide Calabria, Alessandro Bastoni ha spiegato a DAZN cosa significa per lui il derby di Milano. Ecco le parole del centrale nerazzurro:
Partiamo da lontano, con chi hai visto il primo derby?
"Fortunatamente le partite le guardavo con mio papà che è interista e quindi non c'erano grandi discussioni. Uno dei miei fratelli è romanista, innamorato perso di Totti: non è mai stato un 'rivale'. L'altro odia il calcio, tanto è vero che è venuto solo una volta a vedermi giocare, quando ero all'Atalanta: a San Siro non ha mai messo piede".
Una immagine che ti viene in mente pensando al derby?
"La cavalcata di Zanetti al 90', quando saltò tutti prendendo calcio d'angolo (2012 ndr). Ho la fortuna di viverlo come vice presidente, mi viene da dire lui come simbolo".
Il derby è un rito.
"Ho la fortuna di vivere ogni partita con tranquillità, cerco sempre di concentrarmi e pensare a quello che devo fare in campo: credo che sia questa la mia forza. Non sono agitato, so gestire bene le emozioni. Non ho riti, se non quello di baciare i parastinchi dove ci sono le immagini della mia compagna e dei miei fratelli. Il mio tatuatore, accanito milanista, mi continua a dire da un mese 'complimenti per la vittoria nel derby'. Il primo che ho giocato è quello del 3-0, poi ne ho vissuti alcuni in panchina ed è sempre andata bene. Speriamo di ripeterci questo sabato con qualche tifoso in più allo stadio".
Il gol dell'ex di Calhanoglu all'andata.
"Mi ricordo i fischi, davano quasi fastidio in testa: c'era un caos incredibile. Si percepiva la tensione perché era un rigore importante che ci ha permesso di sbloccare il risultato. Speriamo si possa ripetere".
Ci andresti al Milan?
"Direi assolutamente no, poi sono scelte. Per quanto mi riguarda, non c'è neanche lo 0,1% di possibilità che faccia questa scelta".
In caso di rigore, a chi affideresti l'esecuzione?
"Mi tengo il pallone".
Il peso specifico del derby.
"Sicuramente è fondamentale non perdere punti con le piccole per avere il tesoretto negli scontri diretti che possono finire in qualsiasi maniera. Manca un girone, è presto; l'anno scorso non eravamo neanche in vetta e alla fine abbiamo vinto con dieci punti di scarto. Ovviamente sarà importante non perdere".
Quanto pesa sentire il pubblico di San Siro?
"C'era il timore di avere 5000 persone, che a San Siro si disperdono e quindi significa non averle. Col 50% è un buon vantaggio, speriamo di sfruttarlo al meglio. Una volta sono stato al secondo anello a vedere Inter-Roma, purtroppo abbiamo perso. Avere uno stadio sarebbe un vantaggio e un segnale perché diresti agli avversari che non è facile venire a casa dell'Inter. San Siro è un'icona incredibile, ci penalizza il fatto di giocare su quel terreno".
Bastoni papà come è?
"Non l'ho ancora realizzato, è una cosa speciale: sto entrando nell'ottica".
Partiamo da lontano, con chi hai visto il primo derby?
"Fortunatamente le partite le guardavo con mio papà che è interista e quindi non c'erano grandi discussioni. Uno dei miei fratelli è romanista, innamorato perso di Totti: non è mai stato un 'rivale'. L'altro odia il calcio, tanto è vero che è venuto solo una volta a vedermi giocare, quando ero all'Atalanta: a San Siro non ha mai messo piede".
Una immagine che ti viene in mente pensando al derby?
"La cavalcata di Zanetti al 90', quando saltò tutti prendendo calcio d'angolo (2012 ndr). Ho la fortuna di viverlo come vice presidente, mi viene da dire lui come simbolo".
Il derby è un rito.
"Ho la fortuna di vivere ogni partita con tranquillità, cerco sempre di concentrarmi e pensare a quello che devo fare in campo: credo che sia questa la mia forza. Non sono agitato, so gestire bene le emozioni. Non ho riti, se non quello di baciare i parastinchi dove ci sono le immagini della mia compagna e dei miei fratelli. Il mio tatuatore, accanito milanista, mi continua a dire da un mese 'complimenti per la vittoria nel derby'. Il primo che ho giocato è quello del 3-0, poi ne ho vissuti alcuni in panchina ed è sempre andata bene. Speriamo di ripeterci questo sabato con qualche tifoso in più allo stadio".
Il gol dell'ex di Calhanoglu all'andata.
"Mi ricordo i fischi, davano quasi fastidio in testa: c'era un caos incredibile. Si percepiva la tensione perché era un rigore importante che ci ha permesso di sbloccare il risultato. Speriamo si possa ripetere".
Ci andresti al Milan?
"Direi assolutamente no, poi sono scelte. Per quanto mi riguarda, non c'è neanche lo 0,1% di possibilità che faccia questa scelta".
In caso di rigore, a chi affideresti l'esecuzione?
"Mi tengo il pallone".
Il peso specifico del derby.
"Sicuramente è fondamentale non perdere punti con le piccole per avere il tesoretto negli scontri diretti che possono finire in qualsiasi maniera. Manca un girone, è presto; l'anno scorso non eravamo neanche in vetta e alla fine abbiamo vinto con dieci punti di scarto. Ovviamente sarà importante non perdere".
Quanto pesa sentire il pubblico di San Siro?
"C'era il timore di avere 5000 persone, che a San Siro si disperdono e quindi significa non averle. Col 50% è un buon vantaggio, speriamo di sfruttarlo al meglio. Una volta sono stato al secondo anello a vedere Inter-Roma, purtroppo abbiamo perso. Avere uno stadio sarebbe un vantaggio e un segnale perché diresti agli avversari che non è facile venire a casa dell'Inter. San Siro è un'icona incredibile, ci penalizza il fatto di giocare su quel terreno".
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