E' impossibile definire con certezza le tempistiche del rientro in campo di Zlatan Ibrahimovic. Che, stuzzicato inevitabilmente dai cronisti sull'argomento durante il ritiro del Milan a Dubai, ha preferito non sbilanciarsi: "Non c’è un calendario stabilito per il rientro: sono esperto di gestione degli infortuni, sbaglierei a fissare una data precisa - le parole delle svedese riportate da Gazzetta.it -. Fosse per la voglia, sarei stato titolare alla prima di campionato. Ma non ragiono più così: quando sarà pronto, giocherò. Non posso andare in campo solo perché mi chiamo Ibrahimovic e magari passare una partita a camminare. Se ci sono, devo incidere: altrimenti meglio panchina o tribuna".

Qualcuno ha indicato nel 18 gennaio, finale di italiana Supercoppa con l'Inter, il giorno giusto per il grande ritorno dello svedese per un remake dello scontro tra pesi massimi con Lukaku: "Spero di essere in campo ma chissà... Lukaku? Niente da dirgli, spero stia bene e che possa esserci. Lo stesso augurio che mi faccio io. Per il resto penso a me, mica agli altri: loro devono aver paura".

A proposito di traguardi, Ibra come al solito si dimostra molto ambizioso: "Se sono qui è perché ci credo. Campionato, Coppa Italia, Supercoppa, Champions: vogliamo tutto. Mollare un obiettivo, significa mollarli tutti. E la nostra mentalità non è più questa. In campionato al momento siamo secondi, al momento. Il Napoli è forte, Kvaratskhelia il giocatore che più mi ha impressionato. Ma anche la Juve sta rientrando e l’Inter è in corsa. Noi però ci siamo. In più questo è un anno troppo particolare con la sosta invernale e il Mondiale giocato in mezzo: sarà un campionato più di condizione e meno di qualità. E per la mia lunga esperienza di vittorie dello scudetto, so che è sempre decisiva la seconda parte della stagione".

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Sezione: Focus / Data: Mar 13 dicembre 2022 alle 11:45
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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