Partito nel 2012 dall’Inter per un’esperienza di cinque anni alle in MLS, Paolo Tornaghi si può considerare uno dei primi pionieri italiani nel calcio americano. Il portiere di Garbagnate, nel corso di un'intervista rilasciata a numero-diez.com, racconta la breve parentesi nerazzurra nella stagione 2011/2012, un'esperienza che ha contribuito a costruire il bagaglio di informazioni da utilizzare oltreoceano: "E’ stato qualcosa di fenomenale far parte di quella squadra. Mi piace ricordare di quando Coutinho si cambiava vicino a me: si intravedeva già in allenamento che fosse un fenomeno, solo che forse all’Inter non è stato compreso, nonostante avesse un sacco di talento. Avendo a che fare poi con Javier Zanetti o con Figo ti rendevi conto dello spessore di questi campioni, che nonostante abbiano vinto tanto sono sempre sul pezzo, lavorando tanto sulla parte psicologica. C’era Zanetti che era di una positività incredibile, nonostante il periodo non ottimale, mentre Figo che per esempio in allenamento, giocando le partitelle con alcuni ragazzini della Primavera che commettevano degli errori perché al suo fianco, preferiva addossarsi le colpe se si perdeva, proteggendoli. Parliamo di un Pallone d’oro che faceva tutto questo. E’ qualcosa che, nel mio piccolo, ho provato a fare ed a raccontare ad alcuni ragazzi anche in America, e sicuramente mi ha permesso di avere le cosiddette “spalle larghe”, perché subito arrivato a Chicago, alla prima partita giocavo da titolare a Montreal durante l’inaugurazione della franchigia con 60.000 persone allo stadio. Ero carico dall’Italia, fu un bellissimo periodo!". 

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Ven 27 ottobre 2017 alle 03:30
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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