Quando José Morais sbarcò a Milano per essere il secondo di José Mourinho, alcuni tifosi lo scambiarono per Maicon. In realtà il collaboratore dello Special One risultò un prezioso elemento dello staff nerazzurro che conquistò il Triplete. E oggi, in esclusiva per FcInterNews, apre l’album dei ricordi e commenta il primo ritorno al Meazza del portoghese da avversario dei nerazzurri.

Partiamo con i complimenti per la vittoria del campionato in Corea del Sud. Quali sono i suoi piani a breve termine?
“Sto seguendo un corso da manager dell’associazione calcistica inglese. Attendo l’opportunità di prendere una squadra che corrisponde alle mie ambizioni, che sia strutturata per crescere e vincere trofei”.

Se le dico José Mourinho, cosa risponde?
“Champions League winner”.

Questa sera affronterà per la prima volta l’Inter da avversario in gare ufficiali a San Siro. Quali sentimenti proverà?
“Non saprei. Se dipendesse da me, mi sentirei orgoglioso e felice di essere tornato in quello stadio dove ho potuto costruire ricordi memorabili. In quell’impianto dove ho vinto così tante volte… Userei questi ricordi, ma mi concentrerei per vincere la partita di stasera”.

José non è stato un allenatore normale per l’Inter. Lui di fatto era l’Inter!
“Lui era l’allenatore perfetto per incarnare i valori del club e dei tifosi. L’ambizione di vincere e di dare il meglio. La sete di gloria. Il Triplete è la ‘gioia infinita, che dura una vita’, con Mourinho che è l’energia che aiuta a creare quella felicità duratura di giocatori, tifosi, presidente e sponsor”.

A proposito di questa frase, ma è vero che cantavate spesso 'Pazza Inter'?
“Sì, assolutamente. Tutti all’interno del club apprezzano questa canzone. Sa che le dico: ‘Forza non mollare mai’. Capitava che prima delle partite incitassimo così i nostri giocatori”.

Quando avete capito che avreste conquistato il Triplete?
“Dopo il secondo gol al Bayern del Bernabeu. Fu il momento in cui pensammo: ‘Ok, potremmo vincere la Champions League’. E fu così”.

Cosa pensa di Balotelli? Oggi è tornato in Nazionale, ma allora Mou mise in guardia tutti su di lui. Ed ebbe ragione.
“Allora era giovane. Un talento. Ora non conosco la sua storia ma posso assicurarle che gli volevamo bene. Il mio rapporto con Mario era davvero molto buono. A volte poi dire la verità non piace. José è il tipo di allenatore che ti porta a un livello superiore e ha fatto tutto il possibile affinché Balotelli capisse la strada per la vetta”.

Cosa pensa dell’Inter di Inzaghi?
“Ho avuto la possibilità di assistere alla gara inaugurale a San Siro, quest’anno. Il tipo di gioco è chiaro. Ed è una squadra che col tempo si adatta sempre di più al suo allenatore. Una buona rosa per un club speciale. Inzaghi è un tecnico che mi piace, sta facendo un ottimo lavoro”.

In futuro è impossibile immaginare lei e José nuovamente all’Inter?
“Ripetere il Triplete non è mica semplice. Solo Mou può rispondere alla domanda del tornare in nerazzurro. Per quanto mi riguarda sono un allenatore vuole puntare a vincere la Champions League e conosco la strada da percorrere. Anche perché l’ho appresa con il maestro, quello che ha alzato al cielo il trofeo due volte: José Mourinho”.

Perché però Mou non tornò a Milano per festeggiare quella coppa con gli interisti?
“Lui è un uomo che ama le sfide. Penso che il lavoro svolto fosse finito in quel momento (dopo il 2-0 al Bernabeu, ndr). Allora i giocatori e i tifosi dovevano esprimere una gioia comune per tutti. Forse non voleva dire addio a coloro che amava così tanto”.

Sezione: Esclusive / Data: Mar 08 febbraio 2022 alle 18:20
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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