In casa Inter tiene banco il caso-Sneijder. L'olandese è ai margini della squadra e, sebbene assolutamente integrato nella rosa (e non escluso come qualcuno ha insinuato), nell'ultima gara è rimasto fuori dalla lista dei convocati solo ufficialmente per scelta tecnica. Oggi le parole di Stramaccioni in conferenza fanno pensare a una sua probabile presenza nella lista dei convocati per il match di domani contro il Palermo, ma è chiaro che la situazione deve essere definita. Parecchio a sproposito, in questo periodo, si è parlato di 'ricatto' da parte dell'Inter verso l'olandese, che ancora non dà risposta alla richiesta del club di spalmare il suo contratto (fino al 2016?), portando l'ingaggio da 6 a 4 milioni all'anno. Per chiarire anche i concetti legali legati alla vicenda, abbiamo intervistato l'avvocato Luigi Ranalletta, dello studio legale D'Ignazio-Ranalletta, esperto di diritto sportivo.


Avvocato Ranalletta, in casa Inter è scoppiato il caso-Sneijder dopo le dichiarazioni di Marco Branca. Il Dt aveva affermato candidamente: "Stiamo discutendo da tempo l'eventuale e per noi necessaria modifica contrattuale di Wesley. In relazione a questa vicenda, vogliamo lasciare tutto il tempo necessario al ragazzo e al suo staff di valutare bene quelli che sono i termini della nostra proposta. Quindi, la decisione tecnica e della società di non utilizzare in questo frangente il giocatore va ricondotta all'attesa di maggior serenità e di maggior chiarezza. In questo momento, Stramaccioni e noi della società siamo concordi nella scelta dell'attesa di questa serenità e di questa chiarezza per riprendere un discorso tecnico". Come vanno interpretate queste parole?
Allo stato attuale, e sulla base di quanto appreso dai giornali, la posizione ufficiale espressa dall'Inter in effetti ha lasciato sorpreso più di qualche addetto ai lavori. Probabilmente si tratta del primo caso nel quale viene espressa una linea societaria, seppure dettata dall'esigenza di ridurre i costi di gestione, che esplicita la volontà di privarsi delle prestazioni sportive del proprio tesserato in attesa che esso sciolga le riserve su una proposta contrattuale che, tecnicamente, si pone in termini economici sensibilmente diversi rispetto al contratto in essere e perfettamente efficace fra le parti. Anche la posizione espressa da Stramaccioni, seppure perfettamente in linea con la politica societaria. lascia perplessi: più di qualche commentatore ha già evidenziato la intima contraddizione nelle sue dichiarazioni successive a quelle di Branca. Voglio dire che affermare nello stesso contesto che la scelta tecnica di escludere Sneijder viene presa "ascoltando tutte le situazioni" e che la "speranza è quella di risolvere la situazione sedendosi a un tavolo" lascerebbe trasparire l'imbarazzo dell'allenatore nerazzurro. Effettivamente, alla luce di quanto è di pubblica conoscenza, appare incomprensibile l'esigenza di pubblicizzare una simile linea societaria, anche perché in tal modo si sono accesi i riflettori su una situazione che, paradossalmente, avrebbe potuto essere trattata davvero come una scelta tecnica. Tanto è vero che mi pare sia stato proprio Moratti in persona a ridimensionare le dichiarazioni di Branca e Stramaccioni.

Sneijder fu preso dal Real Madrid e firmò un contratto di 4 milioni all'anno fino al 2013. Poi, dopo il Triplete, il 28 ottobre 2010 ecco il rinnovo: 6 milioni annui fino al 2015, ossia il contratto attuale. Evidente come queste cifre cozzino con l'attuale momento economico dell'Inter e di tutto il calcio italiano, tanto che il club di Moratti, in estate, ha abbattuto il monte ingaggi del 40%. Una nuova politica che ha portato agli addii di Julio Cesar, Maicon, Pandev, Lucio e, prima ancora, di Balotelli, Eto'o e Thiago Motta. Senza contare che per restare in nerazzurro gente come Chivu o Samuel si sono praticamente dimezzati l'ingaggio. Qual è la differenza tra queste situazioni e quella dell'olandese?
Una cosa va detta. Il contratto sottoscritto fra le parti ha tra esse forza di legge, e ovviamente non risulta che la volontà dei contraenti sia stata alterata da vizi della volontà, nel senso che la rinegoziazione in senso migliorativo, per l'atleta, del contratto di prestazione sportiva è stato liberamente pattuito dalle parti. Ciò posto, se la proposta della società di spalmamento dell'ingaggio pattuito non incontra il favore del calciatore, la sua posizione è del tutto legittima, Probabilmente il problema sta a monte: solo due anni fa si è fatta una scelta tecnica (rinnovo di Sneijder) che la società oggi, al netto di eventuali cessioni, non può diversamente e unilateralmente disconoscere. Se il calciatore non si pone in linea con il comportamento di altri illustri compagni che hanno accettato lo spalmanento, la sua posizione contrattuale è e resta intangibile.

E' possibile parlare di mobbing?
Con riferimento alla situazione del calciatore che subisce pressioni reiterate nel tempo, di particolare intensità volte a fare, tollerare o omettere qualche cosa (nel caso di specie, rinegoziare il contratto liberamente sottoscritto dalle parti) potrebbero ricorrerne gli estremi a patto che sia possibile documentare, oltre a quanto appena elencato, lo stato di disagio del calciatore sotto forma di danno biologico e/o esistenziale, il cui onere probatorio grava sul calciatore. Certamente anche la notizia pubblicata sui giornali secondo la quale a Sneijder sarebbe stato vietato di pubblicare propri scritti via Twitter potrebbe, ma uso il condizionale prudenziale, essere letta in questo senso. Per adesso, tuttavia, e basando queste considerazione sui solo fatti noti e siccome riportati dalla stampa, non ritengo prospettabile un simile scenario. Tuttavia una considerazione forse è lecito fare: qualora la situazione attuale dovesse protrarsi, non inganni la circostanza che di fatto al giocatore non sia precluso di allenarsi coi compagni e che quindi non sia da considerarsi, formalmente "fuori rosa", con ciò evidenziandosi le possibili differenze rispetto, ad esempio, al caso Pandev/Lazio. Nemmeno deve trarre in inganno il fatto che all'atleta venga comunque corrisposto il ricco emolumento pattuito. Posta infatti la equiparazione dell'atleta professionista al lavoratore subordinato ez art. 3 l. 91/1981, seppure con tutte le peculiarità del caso, non pare azzardato affermare che la negazione o l'impedimento per i lavoratore a prestare la propria attività lavorativa ledono il diritto fondamentale alla libera esplicazione della personalità del lavoratore anche nel luogo di lavoro, determinando un pregiudizio che incide sulla vita professionale e di relazione dell'interessato, con una indubbia dimensione patrimoniale che rende il pregiudizio medesimo suscettibile di risarcimento. Si pensi, solo per fare un esempio, alla diminuzione di valore, alla perdita di prestigio e visibilità ad esempio non avendo più possibilità l'atleta di essere convocato dalla sua nazionale. Ogni calciatore, quindi, ha diritto, in condizione di sostanziale parità, al netto delle capacità tecniche e delle esigenze di squadra, di essere considerato alla pari con i compagni di squadra, nelle scelte dell'allenatore, nella sua qualità di tecnico della società e come tale deputato a scegliere il miglior assetto tecnico-tattico, senza che possano incidere condizionamenti di tipo esterno, In una parola: non solo dovere di allenarsi e rendere la prestazione sportiva se richiesta, nella maniera migliore possibile, ma anche, ricorrendo il proprio esatto adempimento, il diritto di aspirare alla propria realizzazione e sviluppo anche attraverso il proprio lavoro, Per un calciatore come per qualsiasi altro lavoratore. Se viene preclusa tale possibilità, adducendo che trattasi di scelta tecnica, la posizione della società, a maggior ragione se espressa formalmente, potrebbe presentare delle oggettive criticità qualora dovesse essere sostenuta in sede giudiziaria, sebbene, ripeto, l'onere di provare i requisiti costitutivi della fattispecie di mobbing gravi sul calciatore. 

Quanto regge secondo lei la teoria dell'esclusione per scelta tecnica nel momento in cui ti viene a mancare anche uno come Cassano? Eppure Stramaccioni ha sempre elogiato Sneijder, auspicandone il pronto rientro dopo il problema muscolare di Verona del 26 settembre scorso. Possibile che il numero 10 nerazzurro da perno centrale nell'idea tattica del tecnico sia improvvisamente diventato un esubero inutile?
E' questo un altro passaggio fondamentale. Di fatto Sneijder, per curriculum, successi, caratteristiche tecniche, è un top player, un elemento di punta della squadra, e le prestazioni da lui offerte a inizio stagione, prima dell'infortunio, lo testimoniano. Nel frangente della stagione in cui manca Cassano, sostenere l'esclusione per scelta tecnica, sotto questo profilo, e dando per assunto che la società mantenga la posizione pubblicamente espressa anche per il futuro, in ipotesi di controversia giudiziaria, potrebbe presentare dei sensibili margini di rischio. 

E' dimostrabile, da parte della società Inter, la "scarsa serenità" di Sneijder in virtù del mancato accordo economico?
Si tratta di un assunto che, ipotizzando come percorribile dal calciatore la via giudiziaria, potrebbe presentare ulteriori punti di criticità, nella misura in cui non sembrano risultare altri casi in cui la società accetta e anzi autorizza la sospensione, in suo danno, della prestazione sportiva in proprio favore di un giocatore così importante in rosa, onde consentirgli di riflettere su una proposta legittimamente rifiutabile di rinegoziazione del contratto di prestazione sportiva, che come tale non dovrebbe comportare turbamenti tali da incidere in maniera sensibile sul rendimento, la cui prova, ovviamente, a qual punto graverebbe sul club. 

Sono arrivate anche le minacce della FIFPro, che intende portare il problema davanti alla FIFA, alla UEFA e alla Commissione Europa: cosa rischia veramente l'Inter?
E'  molto probabile che anche l'AIC, in linea con quanto già detto dalla FIFPro, esterni presto la propria posizione. Facile prevedere la censura del comportamento dell'Inter, anche se credo che una posizione più chiara verrà assunta una volta valutata la volontà del calciatore. A mio avviso, qualora i rapporti dovessero deteriorarsi e la situazione non dovesse sbloccarsi durante la finestra di mercato di gennaio, o al più tardi, a giugno, potrebbe anche ipotizzarsi un'azione di risarcimento del danno ai sensi dell'art. 12 del Contratto Collettivo attualmente vigente. nella misura in cui il calciatore assuma violati gli obblighi contrattuali nei suoi confronti, nel senso prima detto, e riuscendo il medesimo ad assolvere all'onere probatorio su di esso gravante.

Eppure le parole del padre di Sneijder, interpellato dopo le dichiarazioni di Branca, non sono sembrate di sorpresa: come crede si concluderà la vicenda?
La sorpresa, a quanto pare di capire, è dovuta proprio al fatto che, con ogni probabilità, nessuno si sarebbe aspettato una esternazione di tale tenore, che sembrano certificare, al di là di motivazioni di facciata, come questa linea societaria sia invece finalizzata a esercitare su Sneijder una forma di pressione volta a seguire la strada, ad esempio, di Samuel e Chivu. Difficile ipotizzare i futuri scenari. Se davvero il problema è quello di trovare un acquirente disposto ad accollarsi l'ingaggio dell'olandese, non ritengo fondatamente possibile che l'Inter possa proseguire su questa linea.

Sezione: Esclusive / Data: Sab 01 dicembre 2012 alle 12:14
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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