La miglior Inter del 2016 e probabilmente, dell’intero campionato ha pareggiato a Roma una partita che, dal punto di vista del gioco e della personalità, meritava di vincere.
E’ un risultato che affossa parzialmente le speranze di rientro al terzo posto e la beffa di un gol subito a dieci dalla fine (compreso il recupero) rende la serata ancora più amara.
Sarebbe stata una vittoria importantissima, piena di significati, capace di rianimare definitivamente l’ambiente e rendere la squadra di Mancini clamorosamente favorita per la corsa al terzo posto. Invece un errore di Dzeko è diventato un assist per Nainggolan e la Roma si è salvata, potendo guardare alla fine del campionato con più serenità.
E’ dunque la prestazione il vero argomento della serata. L’Inter ha giocato da squadra e ha mostrato equilibrio in ogni reparto, esattamente come la prima metà del campionato. Miranda, Brozovic e Perisic i mgliori in campo, insieme a Mancini che ha preparato la gara tatticamente e fisicamente al meglio.
Alcune scelte sbagliate vicino all’area avversaria hanno impedito di fare il secondo gol, ma la riduzione drastica degli errori in tutte le zone del campo mostrano un'Inter tornata ad essere un collettivo e ad esibire grande coesione, oltre alla crescita impressionante di diversi giocatori e al recupero di altri come D’Ambrosio.

La celebrazione della Roma, durante la settimana, stimata come quella con l’organico migliore dopo la Juve e il centrocampo più forte della serie A, mostra che non fa bene specchiarsi troppo e fidarsi solo delle ultime otto partite. L’Inter ha mostrato di essere allo stesso livello.
Perché non sono contento dunque? Veder giocare in questo modo la squadra aumenta esponenzialmente il rimpianto per aver gettato al vento una stagione che avrebbe potuto dare una base importante per il futuro. Non riesco a digerire i mesi di gennaio e febbraio con quelle strane prestazioni e gli errori a ripetizione che hanno creato i veri danni.
Non posso accontentarmi delle giustificazioni di facciata o di analisi clamorosamente aride come la fortuna e la sfortuna. Se questa squadra avesse giocato così con Milan e Juve non avremmo visto quei risultati alla fine e, se avesse disputato con la stessa solidità la gara di andata in coppa Italia, non avrebbe dovuto tentare una rimonta disperata.
Sono “se” che fanno rima con “perché?”.
L’Inter vista con la Roma ha una base ma se questa ha un valore deve dimostrarlo fino al termine della stagione, portare la mentalità ad un livello davvero alto e non avere più, nemmeno una volta, un calo di rendimento.

Intanto però, fonte Sky, prima della partita un’indiscrezione ha rivelato che Ljajic è già un ex giocatore dell’Inter, in quanto la società non vuole o non è in grado di riscattarlo per 11 milioni. Con la Champions forse ci sarebbero altri ragionamenti ma oggi si basa su quello e allora mi chiedo se dovremo assistere alla frantumazione, causa debiti, di una squadra a cui bastano dei ritocchi (importanti) per poterla rendere da Champions.
Il pensiero di perdere anche Brozovic o Perisic, in nome della ragion di Stato, è quello che più preoccupa se si intende fare qualsivoglia progetto.
A differenza di quello che è sempre stato detto e scritto, l’Inter gioca meglio di quanto si racconti ma lo fa spesso con un palleggio prevedibile e invece con la Roma, grazie alla convinzione, il ritmo era finalmente alto e l’intensità di gioco migliore, nel complesso, dei capitolini.

In ultimo citazione per Spalletti, il quale ha fatto un'intemerata incomprensibile verso Thohir. Pochi, forse nessuno ha stigmatizzato le sue parole perché non è stato insultante ma inopportunamente polemico nei confronti del presidente nerazzurro. La “colpa” imputata dal tecnico toscano è quella di avere la faccia (?) felice per il quinto posto.
E’ una dichiarazione priva di logica, del tutto gratuita, pronunciata verso un uomo che nemmeno conosce e diretta ad un ambiente nerazzurro che non ha minimamente stuzzicato Spalletti. Non è la prima volta che da altri ambienti si solleva il ditino che dà lezioncine di vita, bilanci societari e ora, novità, espressioni del volto da tenere in luogo di quinto posto.
Ferrero, De Laurentis, Ventura, Marotta, Spalletti e altri ancora si permettono di argomentare o fare battute sull’Inter senza provocazione ricevuta.
Una mancanza di rispetto pura e semplice a cui non mi abituerò mai.
Spero non lo faccia anche l’Inter.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 marzo 2016 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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