"Al Mondiale ci andremo e magari lo vinceremo". Il ct Roberto Mancini lo ha ripetuto come un mantra fino all'ultimo, pare anche nel recupero di Italia-Macedonia del Nord rassicurando Donnarumma che dal campo chiedeva il punteggio dopo il gol al 92' di Trajkovski. Tre minuti prima erano entrati Chiellini e Joao Pedro, poi il ct aveva chiesto un ultimo consiglio a De Rossi, che però dal labiale pare abbia frainteso la chiamata: "Ma che entro io, dovemo vince, non pareggia'". Arrivati al terzo dei 4' di recupero Mancini, rivolgendosi con un sorriso verso la panchina, ha rasserenato chi come l'ex centrocampista della Roma vedeva già con eccessivo pessimismo lo spettro dell'eliminazione: "Al Mondiale ci andremo, questo è sicuro, e magari lo vinceremo anche, chi lo sa...", mentre Immobile, seduto accanto agli altri, diceva ai compagni di stare tranquilli perché in effetti la regola dei gol in trasferta non vale più. Nessuno degli azzurri, quanto meno il ct, si sarebbero aspettati che il triplice fischio dell'arbitro Turpin avrebbe sancito poco dopo l'uscita dell'Italia dai playoff per Qatar 2022. Tutta colpa di Balotelli, come sempre.

Smaltito il primo weekend senza il sogno Mondiale, senza la vera Italia che s'era desta all'Europeo, senza Inter, campionati e senza Taylor Hawkins, lo storico batterista dei Foo Fighters venuto a mancare venerdì notte, iniziamo la settimana sorvolando sull'amichevole di domani fra gli azzurri e la Turchia, e con le nostre apprensioni rivolte tutte alla sfida di domenica sera contro quelli lì. Loro ci arriveranno con i recuperi quasi certi di Alex Sandro, Zakaria e Vlahovic, che ha saltato la nazionale per un fastidioso problema all'inguine, e ovviamente contando sull'arma in più Cuadrado, che ammonito e squalificato nel primo match con la Colombia è tornato già in Italia. Perisic ha ancora un conto in sospeso con il colombiano, ma per ragioni di protocollo VAR, che non stiamo qui a spiegare, e anche legate alle imprevedibili mosse dell'avversario suggeriamo a Ivan di provare a mettere le cose in chiaro nell'altra area. Inzaghi probabilmente recupererà Brozovic e De Vrij, il primo un elemento imprescindibile de facto: nelle 4 gare senza il croato i nerazzurri hanno vinto solo contro l'Empoli in Coppa Italia ai supplementari, mentre in campionato la squadra priva del suo regista-coccodrillo ha raccolto due pareggi e una sconfitta, per una media punti da 0,6 a partita. Le ragioni del calo dell'Inter sono però ben altre, come ad esempio l'assenza di un clone.

In caso di addio a fine stagione del centrale olandese, il suo erede sarebbe già stato individuato in quel Bremer che due settimane fa ha mostrato di non aver nulla contro un trasferimento all'Inter, ma che finché gioca per il Toro può farle comunque molto male. Per agevolare il lavoro di Raiola nel trovargli un'acquirente o, chissà, riguadagnarsi il rinnovo con l'Inter, De Vrij deve prima di tutto far vedere di essere tornato ai livelli di Santo Stefan, partendo già da domenica sera contro una squadra la cui caratteristica rivendicata con orgoglio dal suo stesso allenatore è quella di punire l'avversario giocando di corto muso. Vlahovic fa più paura di Giroud, il mostro della doppietta in 3 minuti che ha scaraventato l'Inter in una crisi apparentemente senza vie d'uscita. Servirà una prestazione ad alti livelli di concentrazione per tutta la gara, mentre in attacco Dzeko e Lautaro dovranno mettere da parte la recentissima crisi di coppia e tornare a essere più cinici e spietati che mai, perché nel calcio anche una Macedonia del Nord qualsiasi può punirti al 92' al suo secondo tiro in porta con Trajkovski.

Dopo un febbraio-marzo nefasto, l'Inter, questa Inter, è attesa alla rinascita prima di tutto sul campo, partendo dal prato verde dell'Allianz dove i nerazzurri non vincono dall'1-3 in rimonta rifilato con Stramaccioni nel novembre 2012, poi ci lasceremo andare ai discorsi sulle rivoluzioni imposte dal mercato, anche se il lavoro, o meglio i depistaggi di Marotta sono iniziati già da tempo e porteranno come sempre a risultati che nessuno aveva previsto (vedi Gosens). Il tifoso ottimista osserva la classifica e guarda al Milan distante potenzialmente soli 3 punti, ma anche quelli che hanno perso le speranze e anzi temono le inseguitrici meritano un finale sorprendente e grintoso. Nel frattempo quelli lì hanno messo la freccia e pregustano già domenica il sorpasso sui rivali di sempre. È qui che Inzaghi è chiamato a superare il suo ultimo esame da tecnico di livello superiore, mentre la squadra dovrà lasciarsi alle spalle il blocco in cui si è impantanata dal 75' del derby. Cuore, spirito e rabbia, da incanalare nel verso giusto, sono gli ingredienti a prova di sconfitta e che hanno permesso anche a molti, da sempre e in qualsiasi ambito, di entrare nella leggenda. L'augurio è quello di rivedere in campo un'Inter alla Taylor Hawkins.

Foo Fighters - My Hero (Reading + Leeds 2019)
Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 marzo 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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