Prima il passo falso a Bologna, poi la mossa spiazzante del Milan che ha annunciato al Comune di Milano l'interesse formale per costruire il nuovo stadio in zona Ippodromo La Maura. Tra domenica e martedì, tutto l'ambiente Inter, per motivi diversi ma se vogliamo uguali, ha avvertito un sentimento di forte nostalgia verso San Siro, lo stadio più iconico del mondo del calcio. Sì, perché il mal da trasferta del quale soffrono i nerazzurri in questa stagione è stato acuito quando il CEO corporate Alessandro Antonello, nella metaforica partita di poker giocata con i cugini e il sindaco Giuseppe Sala, ha annunciato che il club sarebbe pronto anche a lasciare la Scala del Calcio per traslocare fuori Milano dando seguito a un Piano B che finora è rimasto top secret per un accordo di riservatezza.

Senza coordinate spazio-temporali, è diventato automatico il senso di spaesamento di milioni di tifosi, esattamente lo stesso sentimento che provano Lautaro Martinez e compagni quando giocano lontano da casa: l'inciampo del Dall'Ara è solo l'ultimo risultato negativo di una squadra che ha totalizzato appena 17 punti in 12 giornate quando è stata ospite in giro per l'Italia, in Serie A. Cinque sconfitte sulle sette totali in campionato sono arrivate 'away', non un caso se si osservano i numeri delle reti subite: 22, peggio hanno fatto solamente il fanalino di coda Cremonese, Salernitana (ne ha presi 8 in una sola volta a Bergamo) e Bologna (che ha perso un set tennistico 6-1 proprio quando ha fatto visita all'Inter). Per rendimento in trasferta la Beneamata è settima in classifica in Serie A, a quota 17 punti, curiosamente a  -2 dal Milan, che evidentemente condivide qualche problema con i cugini quando le luci di San Siro sono spente.

In attesa che Simone Inzaghi e Stefano Pioli forniscano motivazioni più convincenti di quelle trovate finora su questo andamento contraddittorio dentro e fuori le mura amiche, non serve spiegare perché le due società milanesi abbiano preso in considerazione, nel ventaglio di possibilità a loro disposizione, di dotarsi di un impianto moderno da costruire da qualche parte, non necessariamente sulle ceneri del luogo dell'anima, condiviso per anni, che ogni 3-7 giorni cambia vestito e colori. "È chiaro che viene fuori una cosa molto evidente, cioè che il vecchio San Siro non lo vuole più nessuno”, ha dichiarato Giuseppe Sala in uno dei suoi tanti interventi sul tema nelle ultime ore.

Una considerazione amara alla quale si poteva arrivare anni fa, senza perdere ulteriore terreno a livello di ricavi da botteghino rispetto ai top club: secondo la proiezione realistiche del Sole 24 Ore, fatta sulle analisi comparative relative alle altre decine di stadi edificati in Europa in questi anni, le due società sono costrette a rinunciare a circa 100 milioni di euro a stagione per ogni anno in cui restano nell’attuale stadio Meazza, 50 milioni a testa. Sicuramente più dannoso che perdere punti in trasferta. Quindi la domanda originaria che si intreccia al presente resta una sola: quale Inter senza San Siro? Fuori dalle Coppe oggi, domani regolarmente in Champions League con uno stadio nuovo di zecca. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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