"Posso esultare come faccio di solito sotto la curva? Ah stavolta posso?". In realtà, non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno, ma in Italia oggi le cose vanno così strane che chissà, magari qualcuno gliel'avrà suggerito. Lukaku visto ieri ad Empoli non domanda se può o non può, lui deve riconquistare il cuore dei tifosi che si sono sentiti traditi dal suo passaggio al Chelsea, provare ancora a scrivere pagine di storia dopo il primo scudetto conquistato due anni fa con la maglia dell'Inter, convincere Zhang e Marotta che in fondo quello che dal numero 9 è passato al 90 è sempre lui, Big Rom. Nel primo tempo al Castellani, il belga comincia a fare a sportellate con Luperto e compagni, gravitando sotto porta in attesa di un cross di Bellanova che non gli arriva mai. L'Empoli alza il muro e allena anche i guantoni di Handanovic in contropiede, mentre la manovra nerazzurra si ingolfa davanti al solito fortino inespugnabile. Altro piano e altra Inter nella ripresa, con Lukaku che cambia idea e viene incontro ai due play-maker Brozovic e Calhanoglu, solo loro tre vedono la palla perché gli altri restano a guardare. E riecco Big Rom, che non ha chiesto il permesso a nessuno, nemmeno a Luperto e Perisan.

Poche ore prima il belga aveva ricevuto la grazia per il ritorno delle semifinali di mercoledì contro la Juventus, un gesto di assoluta bontà del presidente della FIGC Gravina, giunto per fortuna prima che il polverone mediatico offuscasse la notizia della candidatura dell'Italia agli Europei 2032. Proprio come il Peppino detto Rocca Priori che venne graziato al momento di salire sul patibolo tramite l'intercessione del Conte di Montecristo di Dumas. Inzaghi, dopo due settimane in cui è successo di tutto fra accuse, dibattiti, ricorsi, curve riaperte e punti restituiti, lo ha saputo quando aveva già riscritto per la 16esima volta il suo cesellatissimo piano turnover, causa anche assenze inaspettate come quella di Mkhitaryan. Big Rom è sceso in campo ieri dal 1' con Correa, già suo partner in crime anche nelle precedenti sconfitte, con Lautaro e Dzeko tenuti a riposo dopo le fatiche di Champions, anche se il Toro ha avuto giusto quei 25 minuti che gli hanno permesso di trovare il secondo gol consecutivo con livello 2 di difficoltà dopo quello siglato al Benfica. Se Inzaghi dovesse riconfermarsi nel trend di questo aprile di fuoco, mercoledì contro la Vecchia Signora toccherà nuovamente alla DzeLa, anche se con un Lukaku così il tecnico potrebbe essere tentato di riaprire il file Excel e riscrivere per la 17esima volta il foglio con le rotazioni.

In porta ovviamente ci sarà Onana, risparmiato contro l'Empoli, perché se avesse avuto una storta, e se l'Inter fosse riuscita a eliminare la Juve, nella finalissima di Roma in porta ci sarebbe stato Cordaz. Chi sabato ha anticipato la notizia, confermata poi sul campo dall'effettiva scelta del tecnico, evidentemente riesce a vederci lungo, oltre a sentirci fino allo spogliatoio, noi però non ci fidiamo di una squadra che finora l'Inter di Inzaghi non è riuscita mai a battere, fatta eccezione per le due finali di Coppa Italia e Supercoppa (e stavolta non ci sarà neppure Sanchez). A proposito di finale, secondo il vicepremier Salvini, notoriamente tifoso e portafortuna milanista, "l'Inter è già a Istanbul", e a domanda se quella serà tiferà i nerazzurri lui dichiara che leggerà un buon libro, con una risposta decisamente più ironica della prima. Ricordiamo che Spalletti sognava di prendere un buon caffé turco con Guardiola, invece dovrà accontentarsi del solito napoletano. Non una stagione per i pronostici, e anche per quest'Inter tornata bella e cattiva ogni scenario per il presente e il futuro rimane illeggibile. Proprio perdendo in casa contro l'Empoli lo scorso 23 gennaio la squadra di Inzaghi inaugurava la discesa a picco in campionato. Ma chissà che adesso il 3-0 rifilato ai toscani non possa dare inizio a un'altra storia...

Sezione: Editoriale / Data: Lun 24 aprile 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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