Le cose sono due, lacrime mie o lacrime tue. L'acclamata Elodie probabilmente non pensava all'Euroderby quando ha portato questo brano di successo a Sanremo. Eppure calzerebbe perfettamente come colonna sonora di una Stracittadina che rimarrà nella storia a prescindere, come lo sono rimaste le due precedenti in campo internazionale. Stasera al Meazza una squadra uscirà in lacrime per la delusione di un'eliminazione bruciante mentre l'altra si godrà l'abbraccio dei tifosi e la marcata supremazia cittadina, che rinfaccerà ai 'cugini' a lungo, a lungo e ancora più a lungo. Ci sarà davvero tanto da perdere e tanto da vincere: da una parte l'onta di uscire di scena a un passo dal sogno, per mano dei rivali di sempre; dall'altra la consapevolezza di aver concretizzato qualcosa di inimmaginabile e l'idea di poter scrivere la storia mettendoci anche la firma in calce.

Scaramanzie a parte, più che legittime, il 2-0 maturato all'andata è un paracadute preziosissimo per i nerazzurri, rafforzato ulteriormente dall'ultimo turno di campionato che ha visto l'Inter battere, con un po' di affanno, l'imprevedibile Sassuolo e il Milan perdere contro la sua nemesi, l'altrettanto imprevedibile Spezia. Se gli umori conteranno qualcosa, è ovvio che i rossoneri partiranno con uno svantaggio persino superiore a quello maturato sei giorni fa. Ma non è mera retorica sostenere quello che in casa Inter viene ripetuto come un mantra sin dal fischio finale di Gil Manzano e ribadito ieri da Inzaghi e Acerbi: non è ancora finita. Due gol sono tanti, ma non sufficienti e aver mancato a più riprese la terza rete obbliga l'Inter a mantenere la stessa concentrazione dell'andata, come se si partisse realmente da 0-0. Certo, i rossoneri saranno chiamati all'impresa, la classica remuntada in un ambiente ostile, nella speranza di avere a disposizione Leao, il loro go to guy irrinunciabile. Un giocatore che sposta gli equilibri nella squadra di Pioli, al pari di Maignan.

E nell'Inter chi sposta gli equilibri? La forza di questa squadra probabilmente sta nella fatica a dare una risposta rapida e risoluta. Perché in questo periodo in cui tutti stanno dando il loro contributo, in cui è tornata la fiducia, in cui a prescindere da chi scende in campo lo spartito rimane lo stesso, in cui ogni singolo giocatore sta mettendo in difficoltà l'allenatore (chi più chi meno, a onor del vero) a fare la differenza è l'esaltazione della Gestalt inzaghiana, dove il tutto è superiore della somma delle singole parti. E poco importa se a livello mediatico la tendenza sia quella di spingere verso la rimonta rossonera, come se in campo non ci fossero due squadre italiane e una vada sostenuta più dell'altra. Addirittura Zorro Boban ha auspicato un miracolo sportivo indossando le vesti dell'ex milanista, forse dimenticando il suo ruolo istituzionale nella UEFA che lo obbligherebbe a un maggiore equilibrio. 

Poco importa, all'Inter sono abituati da sempre a dover fronteggiare anche il quarto potere e hanno le spalle non larghe, di più. Per questa ragione è meglio concentrarsi sul campo, sui 95 e passa minuti che decideranno la finalista di Champions League, che faranno la storia dei derby di Milano. Stasera, alla fine, le cose saranno due.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 16 maggio 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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