Forse non si aspettava questo esito Romelu Lukaku, circa due mesi fa, quando ha cominciato a flirtare segretamente (per poco) con la Juve mentre attendeva l'evolversi della trattativa tra Inter e Chelsea. Si sentiva probabilmente potente e desiderato, fresco di una finale di Champions, con l'Inter già pronta a costruire attorno a lui il nuovo attacco nerazzurro, e intanto avanzava il corteggiamento velato della Juve, la rivale di sempre. Ma come si dice in questi casi, tra i due litiganti, il terzo gode. Peccato che in questo momento il terzo non ci sia ancora, anzi di godimento per Lukaku non ce n'è assolutamente, finito ad allenarsi insieme ai calciatori in esubero del Chelsea, scaricato dall'Inter, che come tutti sanno scoperta la trattativa con la Juve non ne ha più voluto sapere di ricucire, nonostante i suoi tentativi di tornare sui propri passi. Messo in stand by dalla Juve, che vorrebbe realizzare uno scambio con Vlahovic, affare che non ha ancora convinto i Blues che invece vogliono denaro sonante oppure condizioni più favorevoli per uno scambio (e intanto il serbo ha giocato e anche messo a referto un gol e un assist). Corteggiato concretamente solo dagli arabi che lo ricoprirebbero d'oro, ma non è questo che vuole Big Rom. In un momento in cui pensava di poter giocare ad alti livelli in Europa, ha fatto l'errore di tenere il piede in due scarpe, ascoltare e accettare la proposta bianconera (proprio lui, quello di "Mai alla Juve") e intanto aspettare notizie dall'Inter, e come spesso accade quando un tradimento viene scoperto, è stato scaricato da entrambe.
Non se lo aspettava probabilmente Lukaku, che adesso si ritrova a sorpresa a fine agosto, con i campionati già iniziati, senza una squadra. Perché Lukaku? Perché? Ha voluto tirare troppo la corda, e alla fine l'ha spezzata. L'Inter aveva già pianificato il prossimo mercato su di lui, aveva già pronto il budget da 35-40 milioni, aveva trovato l'accordo col Chelsea, ma al momento di firmare, come noto dalle cronache, il belga è sparito, non rispondendo più al telefono né ai dirigenti, né ai compagni di squadra. Quando finalmente si è rifatto vivo, ormai era troppo tardi. Nelle ultime ore si è aperta l'opzione Roma, lui vorrebbe restare in serie A, ma le disponibilità economiche dei giallorossi non si sposano al momento con le richieste del Chelsea. Forse un'opzione last minute si potrebbe trovare in chiusura di mercato, magari in prestito. Sicuramente un giocatore come Lukaku troverà una squadra da qui al 1° settembre, ma quello che lascia amareggiati è un comportamento che ha danneggiato forse più lui che l'Inter.
I tifosi che lo idolatravano gli hanno chiaramente messo una croce sopra, la dirigenza dell'Inter, delusa, gli ha sbarrato la porta e ha destinato il budget in altro modo: già preso Thuram, che avrebbe dovuto completare il reparto avanzato insieme a Lautaro e Lukaku appunto, ha investito il tesoretto sul difensore, Pavard che dovrebbe arrivare a breve. Si è cautelata con Arnautovic e forse riprenderà a parametro zero Sanchez se si riuscirà a piazzare Correa (e gli estimatori non mancano). Forse a livello di singoli qualcosa ha perso l'Inter senza il belga, ma un parco attaccanti formato da Lautaro, Thuram, Arnautovic e Sanchez meriterebbe rispetto.
Lautaro è una certezza e ha già esordito con una doppietta, Thuram ha fatto vedere ottime cose, si muove bene, attacca la profondità, fa sponda per i compagni, probabilmente non segnerà 20 gol (ma non è detto, avendone siglati 13 con il Borussia Mönchengladbach) ma si integra bene con l'argentino. Arnautovic ha segnato 10 gol la scorsa stagione a Bologna, gli stessi di Lukaku in campionato. Sanchez è andato a segno 18 volte col Marsiglia in tutte le competizioni. L'Inter avrà perso qualcosa forse in termini di peso specifico con la rinuncia a Big Rom, ma il parco attaccanti a disposizione di Inzaghi è vario ed eterogeneo, garantendo varie soluzioni e combinazioni. E' Lukaku il vero sconfitto di questa calda estate: ha perso la faccia con i tifosi dell'Inter, con i dirigenti, e l'opportunità di diventare una bandiera di una squadra che era pronta a ripartire da lui. Ritrovandosi ora con le riserve del Chelsea, con il futuro incerto.
Il perfetto suicidio sportivo.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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