Nel tardo pomeriggio odierno la Beneamata scende in campo per l'ultima gara di un campionato non certo esaltante per i colori del cielo e della notte. La Supercoppa conquistata a Riad demolendo il Milan e la Coppa Italia alzata al cielo di Roma per la seconda stagione consecutiva dopo aver rimontato la Fiorentina, sono due perle che gli interisti hanno il dovere di esaltare e non minimizzare. Le dodici sconfitte nella maratona nazionale provocano però un enorme fastidio, anche perchè quasi tutte tranquillamente evitabili. Ma l'obiettivo minimo, alias posto fra le prime quattro che sta molto a cuore soprattutto alla società per le solite, note, ragioni finanziarie, è stato centrato con una giornata di anticipo. E dopo il pari beffa di Salerno o la sconfitta interna con il Monza, sembrava che la qualificazione alla prossima Champions League fosse ormai un miraggio.

Tutto è bene quel che finisce bene, dunque. Se poi nella Torino granata l'Inter dovesse vincere e la Lazio non riuscisse a espugnare il Castellani di Empoli, allora la squadra di Simone Inzaghi chiuderebbe il torneo addirittura al secondo posto. Si tratterebbe della terza piazza d'onore nelle ultime quattro stagioni, intervallate dal diciannovesimo scudetto. Staremo a vedere. È chiaro che l'Inter anti-Toro non sarà quella considerata titolare e la determinazione non potrà essere quella delle gare da non sbagliare a tutti i costi. Il motivo è ben chiaro a tutti. Agli interisti che sognano e ai tifosi rivali che tremano al pensiero. Manca solo una settimana alla finale di Champions League, già Coppa dei Campioni, solo la finale di un Mondiale può gareggiare per importanza. E in campo, all'Ataturk Oympic Stadium di Istanbul, ci sarà l'FC Internazionale 1908. Qualcuno si starà ancora chiedendo se ciò sia vero o frutto di una meravigliosa allucinazione. No, è tutto splendidamente vero, chiedere per conferma all'altra squadra di Milano. Una finale che in casa Inter mancava da tredici lunghi anni e che ora esalta come non mai.

Simone Inzaghi re di Coppa e tutta la sua banda, ci hanno fatto questo meraviglioso regalo che può riservare anche la sorpresa finale che significherebbe l'apoteosi. Crederci non costa nulla anche se bisognerà scalare l'Everest in soli novanta o centoventi minuti e forse potrebbe ancora non bastare. Ad attendere l'Inter ci saranno i campioni d'Inghilterra del Manchester City che oggi contenderanno ai rivali cittadini dello United l'ambita Fa Cup. Una squadra stellare quella di Pep Guardiola, che vuole fortemente quest'altro trofeo per poi puntare al prestigioso Triplete che la nostra Inter ha già assaggiato in quell'indimenticabile 2010. Sembra tutto scritto a favore dei Citiziens, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo l'Internazionale. Che in quanto a storia europea batte il City tanto a poco e sappiamo che tradizione e peso della maglia in campo contano, eccome. Istanbul è città magica e difficile allo stesso tempo. Per motivi logistici e per costi di viaggio non certo accessibili a tutti, non potremmo assistere all'esodo nerazzurro visto tredici anni fa a Madrid. Ma almeno ventimila cuori bauscia occuperanno una bella fetta di quello stadio che ai tifosi dell'Inter evoca piacevoli ricordi...Altri quarantamila tiferanno al Meazza, di fronte ad un maxischermo di oltre 400 metri quadrati che sarà installato per l'occasione. Il resto del popolo nerazzurro seguirà l'evento nei luoghi e nei modi preferiti, anche la scaramanzia, in questi casi, scende in campo.

La grande emozione catturerà anche chi l'Inter la racconta quotidianamente attraverso giornali, tv, radio e siti più o meno dedicati. Inutile girarci intorno, il pronostico dice Manchester City, ma in casa Inter regnano consapevolezza e tanta serenità. Loro hanno Haaland e De Bruyne? Giù il cappello. Ma Inzaghi ha la Lula, il professor Dzeko e Nicolò Barella che solo due stagioni fa si è laureato campione d'Europa con la Nazionale e quindi sa come si fa. Intanto, a partire dalla gara odierna con il Toro, torna lo sponsor sulla sacra maglia nerazzurra. Sarà Paramount+, colosso dello streaming. Senza scritte, la maglia era forse più romantica e affascinante. Ma per competere ad alti livelli e sognare altre finali di Champions League, serve purtroppo il vil denaro.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 03 giugno 2023 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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