Ecco il grande giorno di Porto-Inter, gara attesa in casa nerazzurra dallo scorso 22 febbraio, giorno dell'andata. Anzi, in realtà è attesa dalla stagione 2010/2011, l'ultima con un'Inter capace di arrivare ai quarti di Champions League: all'epoca i ragazzi di Leonardo fecero fuori il Bayern Monaco per poi scivolare rovinosamente dinanzi al modesto Schalke 04. Oggi il club vuole riannodare i fili del discorso Europa d'elite e un primo passo sarebbe proprio quello di scavallare l'ostacolo ottavi, dopo l'ottima figura di un anno fa contro il Liverpool. Contro i Reds, nonostante qualche rimpianto, ci si accontentò del parziale contenuto di 1-2 totale tra andata e ritorno e di una rimonta sfiorata ad Anfield, violato grazie al gol di Lautaro. Stavolta, invece, il mirino si sposta a un livello superiore: nessuno vuole immaginare uno scenario che non sia quello del passaggio del turno dopo aver vinto a San Siro con il sinistro di Lukaku.

Vigilia parzialmente rovinata dal ko di La Spezia, al culmine di una prestazione positiva ad eccezione della fase di finalizzazione: non propriamente un dettaglio nel gioco del calcio. Il Porto, ragionevolmente, non concederà lo stesso numero di occasioni concesse venerdì dai liguri di Semplici: servirà un'Inter parecchio più cattiva sotto porta per non tornare a Milano con un carico di rimpianti. E sarebbero gli ennesimi della stagione nerazzurra, costellata da occasioni perse e ghiotte chance gettate al vento. Tanti, troppi errori di Barella e compagni, soprattutto negli ultimi 16 metri. Un'imprecisione cronica che poi, fatalmente, condiziona atteggiamento e risultato. E giudizi.

Il plotone d'esecuzione è stato allertato da stampa e tifosi e si sta preparando per impallinare Simone Inzaghi, già da settimane eletto come unico colpevole di un campionato ampiamente deludente (al di là della posizione in classifica). Al tecnico piacentino non viene risparmiato nulla e gli si addossano colpe eccessive, anche quelle che non ha. Non gli vengono riconosciuti meriti oggettivi (non pochi) e, al contempo, tutto il male viene ricondotto alla sua gestione. Come se debba essere Inzaghi, materialmente, anche a dover depositare il pallone nella porta avversaria. Il processo sommario si è già concluso e l'imputato è stato dichiarato colpevole. Senza difesa. Comunque vada stasera sarà un insuccesso. Ma è davvero giusto così? 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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