"Prima formare, poi ottenere il risultato". Questi gli ingredienti dettati da Andrea Zanchetta, reduce dallo Scudetto Primavera sollevato con la sua Inter U20, salutata poco dopo per sposare la causa Novara. Sentimentalmente ancora tanto legato alla sua Beneamata, l'ormai ex allenatore nerazzurro è intervenuto a DAZN per parlare dei giovani, dei due fratelli Esposito, ma anche di Cristian Chivu: "Qualcuno può pensare sia un’ipocrisia, ma bisogna sforzarsi a ragionare sul fatto che i risultati sono spesso una conseguenza. Al di là di questo, conosco molto bene sia Pio che Sebastiano Esposito. Ho avuto la fortuna di allenarli, molto più Sebastiano che Pio perché lui ha bruciato le tappe in maniera incredibile e quando Cristian era in Primavera e l’ha portato subito in U19. Io ero in Under 18, e lui dall’Under 17 ha scalato subito le categorie. Chiaramente sono due profili molto interessanti perché hanno grande qualità sotto tanti punti di vista, ma ci terrei a sottolineare l’aspetto umano. Fanno un po’ sorridere le immagini, ma ti fanno capire da dove vengono e cosa possono fare con quel tipo di atteggiamento questi due fratelli".

Possono essere pronti per una big? E quanto è importante la gavetta per non sbagliare queste scelte?
"Importantissimo. Anche se non bisogna nascondere il fatto a livello culturale come Paese dobbiamo fare passi in avanti per avere più coraggio nel puntare su quei giocatori giovani che hanno qualità. Poi dobbiamo sempre pensare che devono giocare all’Inter e giocare all’Inter o a San Siro non è per niente semplice, ma quando ti rendi conto di avere profili di qualità sopra la media bisogna avere coraggio nello spingere e nel farli sentire pronti. Ma soprattutto nell’accompagnarli dandogli un po’ di tempo in più, perché a volte il problema è la fretta di dare giudizi sui giovani, cosa che diventa controproducente. Io sono sicuro che in un futuro non tanto lontano loro possano parte integrante del gruppo Inter perché hanno tanta qualità. Poi bisogna anche crederci e avere coraggio".

Su Chivu:
"Ci siamo visti prima della loro partenza per l’America. Ero ancora sotto contratto con l’Inter e ho fatto due allenamenti quindi ci siamo sentiti, abbiamo fatto due chiacchiere. Cristian è molto carico come è normale che sia, e funge da stimolo per tutti gli allenatori del settore giovanile che hanno l’ambizione di allenare un giorno una squadra come l’Inter. È un bel messaggio per tutti gli allenatori giovani, poi certo, ci sono le difficoltà perché all’inizio è tutto bello ma poi nascono le difficoltà. Ma Cristian è ben strutturato sotto tutti i punti di vista: sia dal punto di vista delle competenze che dell’umanità, della psicologia… È stato in spogliatoi importanti, perché ad oggi il lavoro più difficile è quello di, non dico ri-motivare perché giocatori del genere si motivano da soli, ma di riportare entusiasmo dopo una vicissitudine andata storta. Dico vicissitudine perché non si può parlare di annata storta,  è stata una grandissima annata quella dell’Inter che però non è culminata con una vittoria di un trofeo ed è andata peggio rispetto alle aspettative perché si poteva anche non vincere, ma in quel modo è stato leggermente più traumatico. La difficoltà quindi può essere questa, ma giocatori di quel calibro lì, ripeto, sanno girare la chiave più velocemente. È più difficile con i giovani sotto questo punto di vista".

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Sezione: Copertina / Data: Sab 21 giugno 2025 alle 13:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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