Tocca a Matias Vecino viaggiare con InterTV per 'Drive Inter', il divertente format del canale tematico nerazzurro. Il percorso in auto inizia dopo la solita prova, che stavolta consiste nella preparazione del mate, infusione tipica sudamericana. "Da noi si beve molto, è tra le bevande più popolari. Io e Mauro (Icardi, ndr) lo beviamo sempre in pullman verso lo stadio prima dei match", dice Vecino. Ecco le parole dell'uruguaiano, arrivato a Milano nell'ultima estate dalla Fiorentina. "A Empoli mi chiamavano il 'cammellone', è vero. Guidare mi piace, ma in autostrada. Meno in città, ho poca pazienza".

LA SCUOLA E LE ORIGINI ITALIANE - "Ero un buono studente, molto responsabile. E avevo mia madre che mi spingeva tanto in questa direzione. Di origine sono molisano, mi piacerebbe rispondere all'invito del sindaco di Torella del Sannio di andare lì".

I SOCIAL E I TIFOSI - "I social li uso poco, non passo tanto tempo a mettere foto o a scrivere qualcosa. Sono molto felice che i tifosi riconoscano i miei sforzi, fa molto piacere. Noi giochiamo anche per loro, il calcio senza di loro non esiste. Cerco di adattarmi a ogni situazione, tanto in fase difensiva quanto in quella di proposizione. Bisogna saper leggere ogni tipo di situazione. Io caratterialmente come Julio Cruz anche se con ruoli diversi? Non so come fosse fuori dal campo, ma fa piacere se qualcuno nota delle somiglianze".

IL MOMENTO NO – "Durante un campionato ci sono vari momenti, l'importante è continuare a lavorare. Io sono un giocatore fisico, che ha bisogno di essere al 100% per fare grandi prestazioni. Credo che dopo questa sosta, la squadra riprenderà il proprio cammino per tornare a fare cose importanti come all'inizio".

RECOBA E DIEGO LOPEZ – "Recoba per me è un idolo, sono molto felice delle sue parole nei miei confronti. Diego Lopez l'ho avuto come tecnico a Cagliari, ero giovane e sono cresciuto. Anche lui sta facendo bene. Il Mondiale? Dipende molto da come si arriva in quel momento dell'anno. Noi abbiamo un girone con squadre che ti possono complicare la vita anche se non hanno grande storia. Il ct Tabarez mi ha sempre fatto giocare, qui all'Inter ho fatto un passo importante a livello mentale: è una big, se giochi qui poi puoi giocare ovunque".

SPALLETTI – "Lui non solo insegna il movimento, ma anche il motivo per il quale è corretto farlo. E così per noi è tutto più facile. Si migliora tanto così. Lui chiede molto di giocare in verticale, di guardare dappertutto: era una cosa che mi mancava e mi sto esercitando costantemente".

SAN SIRO – "Da bambino chiunque sogna di giocare in uno stadio così, mi sto godendo questo momento. Bisogna meritarsi il posto ogni giorno. Tanta gente allo stadio, ma mi ha sorpreso la presenza dei nostri tifosi anche in trasferta: è incredibile, sono dappertutto. E' una grande responsabilità giocare per l'Inter".

Sezione: Copertina / Data: Mer 24 gennaio 2018 alle 17:38 / Fonte: InterTV
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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