"Un match straordinario". Raggiunto da Tuttosport, Walter Sabatini inizia ad introdurre così l'argomento finale di Champions League che vedrà l'Inter sfidare il PSG il 31 maggio a Monaco di Baviera: "L’Inter è meritevole per il percorso degli ultimi anni, oltretutto si è qualificata dopo un grandissimo duello col Barcellona: tecnico, agonistico, emotivo. Il Psg è allenato da un mio amico, quindi mi imbarazzo, anche se naturalmente deve vincere l’Inter, ne abbiamo bisogno per il calcio italiano", le parole dell'ex dirigente nerazzurro.
 
Perché definisce Luis Enrique un suo amico? 
"Io l’ho portato alla Roma dopo averlo seguito e fatto seguire da allenatore del Barcellona B. Parliamo di un uomo dal profilo morale ed etico inimmaginabile nel nostro mondo. La sua cultura calcistica è quella che poi ha preso piega in tutta Europa. È un allenatore evoluto, ha 10 anni di vantaggio sugli altri". 
 
A oggi Inzaghi e Luis Enrique sono tra i migliori al mondo? 
"Simone era già molto bravo ai tempi della Lazio, dove giocava un calcio importante. Poi all’Inter è diventato mostruoso. Si è abituato a ragionare in modo diverso, in nerazzurro la vittoria è una necessità, non un’opzione. La pressione è totale, c’è una tradizione da rispettare. Luis Enrique alla Roma non accettò le nostre richieste, quasi disperate, di un contratto lungo. Non era stato rispettato da alcune frange della tifoseria, non solo andò via, ma restò fermo un anno. Poi andò al Celta Vigo quindi, da figlio del Barcellona ecco il Triplete, lanciando pure calciatori giovanissimi, cosa che ha fatto pure in nazionale, tracciando la strada per i successi della Spagna". 
 
Quanto sarà diverso lo stile del Psg rispetto al Barcellona sconfitto dall’Inter? 
"Ci sono pregi e difetti in tutte le squadre. I francesi saranno meno "allegri" dei catalani, ma Inzaghi sa come colpirli. I suoi calciatori sono forti, sanno leggere le partite". 
 
Se Inzaghi avesse subito il 3-3 nel recupero e il 3-4 ai supplementari, sarebbe ancora l’allenatore dell’Inter? 
"Sì, sono anni che lavora bene. Naturalmente si sarebbe generata rabbia e frustrazione, ma Inzaghi è molto rispettato per quello che ha fatto e per come lo ha fatto. L’Inter ha ottenuto risultati costruendo, giocando un bel calcio, non rapinando in giro. E mi lasci dire una cosa: Acerbi, l’uomo del 3-3, merita tutta quella felicità provata per quel gol. Mi è sembrato un atto di giustizia del Dio del calcio che fosse lui il marcatore". 
 
Dopo il gol di Raphinha aveva spento il televisore? 
"No, la partita finisce solo quando l’arbitro fischia tre volte". 
 
Se finisse senza vincere nulla, come andrebbe considerata la stagione nerazzurra? 
"Importante, dal gioco bello, arioso, piccante, produttivo. Certo, il calcio è tragedia e la tragedia si materializza in pochi secondi, mettendo in discussione tutto quello che hai fatto nella vita. Però il lavoro di Simone resta straordinario". 

Come l’Inter deve gestire queste ultime giornate di campionato? 
"Non deve vivere di nessun rammarico. Il senso di colpa, qualora lasciassi qualche partita per strada, durerebbe nel tempo. L'Inter giocherà le ultime gare di A per vincerle". 
 
Chi è da Pallone d’Oro? 
"Lautaro. È un giocatore coraggioso, fortissimo. Lui è stato il colpo della vita di Ausilio. Quando arrivai a Milano, Piero aveva già iniziato le trattative per prenderlo. Le squadre per essere vincenti hanno bisogno di eroi. L’Inter ne ha tanti. Ma Lautaro è più eroe dei suoi compagni di squadra, nel mondo quando si parla di Inter, si parla di Lautaro". 
 
Come finisce Psg-Inter? 
"Non lo dirò mai. Sarà un grande evento e ce lo godremmo tutti. E voi della stampa, visto che per me il giornale è il giornale e che bello l’odore della carta, avrete il privilegio di raccontare la gara. Il calcio è racconto, se sei bravo, lo rendi immortale". 

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Sezione: Copertina / Data: Sab 10 maggio 2025 alle 11:02
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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