Era una delle giovani promesse che l'Inter era pronta a lanciare, con tanto di debutto in prima squadra in campionato e Champions League. Ma poi, una cardiopatia lo ha costretto ad abbandonare i propri sogni. Oggi Felice Natalino ora ha 29 anni e, dopo l’addio al calcio, ha dovuto reinventarsi una nuova vita, anche grazie all’Inter che non lo ha mai lasciato solo e per la quale oggi fa l'osservatore. Ai microfoni de Il Foglio, l'ex terzino nerazzurro parla in primo luogo di quanto accaduto a Christian Eriksen: "Ognuno fa quello che vuole, ma se capisce davvero quello che gli è successo, credo ci penserà due volte prima di tornare in campo. La moglie sicuramente gli dirà di smettere. Era morto e poi è rinato. Io – racconta Natalino – ho avuto un attacco simile al suo, ma ero già in ospedale: l’hanno prevenuto. A lui il cuore si era fermato, e non è detto che debba ripartire. Ho visto le immagini, ho pensato che se l’è vista davvero brutta".

Parlando invece della sua nuova esperienza, Natalino non manca di ringraziare l'Inter per essergli sempre stata accanto: "se non hai una famiglia che ti aiuta è dura, ma se ti trovi abbandonato dal club è ancora più dura. Ringrazierò per sempre Piero Ausilio e gli altri. Non ho sentito l’abbandono. Il mio ruolo di osservatore? È una responsabilità, giocare ad alto livello non è facile e dare una possibilità è sempre bello. Sto in un ambiente sano, felice, sereno. Non poteva essere meglio di così. E poi c’è l’Acadamy Lamezia, l’aveva fondata il mio papà. Dopo che ho smesso di giocare abbiamo deciso di fare il salto di qualità. Abbiamo anche l’affiliazione con l’Inter. Per il resto faccio una vita tranquilla, poca attività. Prima del Covid andavo in palestra, qualche partitella con gli amici a calcetto. Ma con il Covid si è fermato tutto". Semmai, un pizzico di rammarico viene guardando la Nazionale di Roberto Mancini dove sono presenti diversi giocatori coi quali ha condiviso l'esperienza in campo: "Vedi quelli che erano i tuoi compagni che sono in campo. Ho giocato con Marco Verratti, eravamo in Nazionale insieme. E poi Jorginho al Verona, Alessandro Florenzi al Crotone. Un po’ rosico, ma non sono invidioso. Penso: forse potevo esserci anche io. Poi non è detto. Magari sarei finito in Serie C. Ma sono io che mi sento in debito col calcio, sono io che devo restituire qualcosa. Spero che ci si possa dimenticare della mia storia, e che ci si possa ricordare di Felice Natalino per altro".

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Sezione: Copertina / Data: Ven 25 giugno 2021 alle 12:21 / Fonte: Corriere della Calabria
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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