Emma Lupano, docente di Lingua e Cultura Cinese presso l'Università Statale di Milano e ricercatrice nel Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Studi Interculturali del medesimo ateneo, ha analizzato il boom del fenomeno calcio in Cina in un'interessante articolo apparso su Il Manifesto: al suo interno, la Lupano si sofferma non poco sulla vicenda Suning e sulle dinamiche che hanno condotto il colosso cinese a prendersi l'Inter

Tutto nasce da un appuntamento diplomatico del 2011, la visita del Presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud. In quell'occasione, Jinping marcò la necessità per la Cina di competere calcisticamente, nel più breve tempo possibile, alla pari con le potenze occidentali; il progetto ha obiettivi e scadenze, come quella ormai celebre individuata nel 2050, data entro la quale la Cina si è ripromessa di vincere un Mondiale. Si tratta di un'architettura complessa, che rientra nel più generale indirizzo di "riscatto nazionale" che Jinping propaganda ormai da tempo: la Cina, dopo un secolo di subalternità rispetto all'Occidente, vuole prendersi la sua rivincita proprio a partire dallo sport preferito dagli occidentali, per veicolare a se stessa al mondo una rinnovata immagine di potenza. 

In quest'ottica vanno letti tutti gli investimenti sistemici che le aziende cinesi, vicine al governo e sensibili ai suoi suggerimenti, hanno operato all'interno del calcio cinese: si tratta di investimenti strutturali, che non mirano solo all'effimera acquisizione di allenatori e giocatori illustri, ma sono volti a una vera e propria crescita culturale del movimento calcistico nazionale. Lo stesso metodo, sottolinea la Lupano, si applica anche agli investimenti in terra straniera: l'acquisizione dell'Inter da parte di Suning, come sostiene la Lupano, non è il gesto romantico di un imprenditore innamorato del bel gioco, ma non è nemmeno un investimento senza cuore, che punti puramente alla speculazione e al guadagno. Pur non mancando l’elemento del marketing [...] a contare più di tutto sembra essere la missione nazionale.

Come rivelano diversi media cinesi citati dalla Lupano, la sinergia Inter-Suning implica l'internazionalizzazione del calcio di Pechino, promettendo importanti ricadute sull'intero settore sportivo nazionale. Ciò che colpisce, soprattutto, è come, per i cinesi, la riuscita di tale operazione appaia legata alla necessità di una fusione interculturale e ideale di Suning con il club nerazzurro. Non un'opera di colonizzazione, insomma, quanto piuttosto un sincretismo di due differenti ragioni culturali, con la possibilità di diffondere sperimentalmente il modello di business cinese, adattandolo a un contesto nuovo e peculiare come quello del calcio italiano. Chiaramente, come chiosa la Lupano, tale operazione va letta anche come l'orgogliosa "conquista" di un prodotto occidentale da parte di una Cina desiderosa di riscatto nazionale: quella di Suning è stata una mossa che rientra a pieno titolo nel programma presidenziale di Jinping e lo reinterpreta con il modus operandi proprio del colosso degli elettrodomestici. Che Suning sia organica alle leve del potere, infatti, è dimostrato anche dalle vicende di Casa Milan, laddove i media cinesi addebitano le difficoltà di Yonghong Li proprio alla scarsa portata delle sue relazioni diplomatiche a livello politico e governativo.

Sezione: Copertina / Data: Ven 31 marzo 2017 alle 15:25 / Fonte: Il Manifesto
Autore: Antonello Mastronardi / Twitter: @f_antomas
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