Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Samuel Eto'o, eroe del Triplete interista, ha parlato del calcio italiano e della finale che stasera attende i nerazzurri contro la Juventus.

Italia per la seconda volta consecutiva fuori dal Mondiale. Come se la spiega?
"This is football, questo è il calcio. Cosa c’è di logico in una nazionale che vince l’Europeo e dopo sei mesi viene eliminata? Niente, è la magia di questo sport. Mancini ha fatto una cosa incredibile e nessuno la cancellerà. Io sono convinto che quando si cade la cosa più difficile non è capire come sei caduto, ma come rialzarti. Mancini ha ancora molto da dire nel calcio mondiale".

In Italia c’è chi spiega il flop azzurro con i troppi stranieri presenti nei settore giovanili. Cosa ne pensa?
"Com’è che si chiama il centrocampista della Nazionale? Quello che gioca nel Chelsea? Jorginho, ecco. Serve all’Italia? È importante? Non è il problema lo straniero. E non possiamo accettare certe cose quando ci convengono e negarle quando non ci convengono. Jorginho è di origine brasiliana, o sbaglio? Perché facciamo differenze se ci sono dei ragazzi di colore tra i giovani, allora?".

Se le dico Milano, cosa mi risponde?
"Questa è la mia città. Ha dato molto a me e alla mia famiglia, che continua a vivere qui. È sempre un piacere per me tornare dove ho vinto molti titoli".

Come vede questo Juve-Inter?
"Complimenti per esserci arrivati. Ma le finali non si giocano, si vincono. Il risultato farà la differenza. Occorre arrivare preparati e i giocatori dell’Inter lo saranno. E a loro posso solo dire buona fortuna. E di fare come noi".

Più difficile vincere il Triplete con l’Inter o fare presidente federale?
"No, io non vedo la vita così. Io vedo obiettivi da raggiungere. Capire come raggiungerli è la cosa più difficile. Bisogna essere un po’ folli a credere che il Camerun possa vincere il prossimo Mondiale. Ma in fondo, follia era anche immaginare la mia Inter vincere il Triplete. Eppure ci siamo riusciti".

Sezione: Copertina / Data: Mer 11 maggio 2022 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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