Già prima dell'attesa pronuncia del Giudice sportivo Mastrandrea sul caso Acerbi-Juan Jesus, di una cosa si può essere certi. Che il difensore nerazzurro - alla fine di questa comunque amara vicenda - non avrà vissuto tutte le tribolazioni patite invece da Alberto Sordi nella famosa pellicola "Detenuto in attesa di giudizio". Non solo perché il giocatore non ha mai rischiato di fare la spola delle patrie galere e men che meno di finire INTERnato in un ospedale psichiatrico, come capitò all'Albertone nazionale a seguito delle sue "resistenze" a certi minacciati soprusi carcerari. Francesco avrebbe, insomma, di che consolarsi... Ma soprattutto perché il capomastro della difesa nerazzurra - anche con la peggiore delle pronunce del Giudice sportivo - non lascerebbe senza guida il settore cardine di un cantiere milanese in odore di stellate benemerenze istituzionali... Ché una qualche soluzione ai vari contrattempi - compresi, sperabilmente, gli ultimi grattacapi chiamati De Vrij e Sommer - il Direttore dei lavori, Simone Inzaghi, finora è sempre riuscito a trovarla. Si mettano dunque il cuore in pace quegli eventuali buontemponi che fantasticherebbero di tradurre sinistramente il suono onomatopeico della località svedese citata in quel film, Norrköping - sede di lavoro del geometra protagonista - col nostrano motto menagramo del "ciapanò" da spendere sulle sorti nerazzurre...

Acerbi si è beccato finora nient'altro (si fa per dire!) che gli strali di certa inquisizione mediatica, ove mancava solo che taluni viandanti del web si spingessero ad idealizzare il difensore nerazzurro già sul rogo come un Giordano Bruno qualsiasi... Nella stolta convinzione che un "centravanti" ed uno stopper vecchia maniera debbano per forza essere parificati anche nell'espiazione delle rispettive colpe, vere o presunte che siano. Proprio come se le comprovate accuse sportive di "Toto nero" dell'uno (Giordano) e la frase - ancora sub judice - "Ti faccio nero" dell'altro (Acerbi) fossero equipollenti sul piano giuridico, anziché solo assonanti...

Tentando di tirare le somme, se ne dedurrebbe allora che Acerbi pagherà - se del caso - quello che ci sarà da pagare. Anche se la sentenza più probabile o, meglio, quella che gli appassionati nerazzurri si auspicano possa prendere forma è il classico compromesso all'italiana: una via di mezzo per dare un colpo al cerchio del rigoroso provvedimento disciplinare (2/3 giornate di squalifica) ed uno alla botte della notoria peninsulare clemenza. Ossia una pronuncia del Giudice intermedia, con la derubricazione delle contestazioni mosse ad Acerbi come "condotta gravemente antisportiva". E se questa ipotesi è stata paventata sabato financo da quegli inquisitori un tanto al chilo di TS, allora dev'essere proprio una soluzione plausibile...

Sarebbe infatti strano che il presidente federale - al di là delle evidenze probatorie NON emerse - non si fosse (già?) "adoperato" per salvaguardare - dopo un altro di dubbia fama... - anche il brand di un apprezzato giocatore azzurro, solo casualmente nerazzurro...

P.S.: una battuta di spirito in questo contesto ci può anche stare. Si spera vivamente che il procuratore federale Chinè abbia inviato i suoi incartamenti al Mastrandrea giusto, ossia al Giudice sportivo Gerardo. Farebbe infatti specie ritrovarsi a leggere su Instagram una storia dell'omonimo attore romano, Valerio, che tenta di schermirsi alla maniera sua, cioè in rima giallorossa: "Ahò, che c'entra' io pé dà un'oppignone su accuse de inzurti razzisti. Ar massimo posso testimonià d'esse venuto ar monno in un quartiere de romanisti: so' l'artri ad aver ricevuto er battezzo de laziali. Mannaggia, nun me resta niente più da dì se non che l'artre so' tutte balle spaziali. Li mortacci vostri!" (chiedo scusa in anticipo per il mio romanesco molto ad orecchio).

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 25 marzo 2024 alle 15:27
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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