Una partita da pazza. Una semifinale di Champions dalle giocate clamorose. Un match dei campioni. 90’ di spettacolo dove entrambe le squadre non si sono risparmiate e hanno cercato la vittoria fino all’ultimo. Una notte di sogni e stelle sopra Montjuic. Comunque vada, nessun rimpianto. Signore e signori: Barcellona-Inter.

Pronti via l’Inter segna un super gol con Thuram. L’azione è di quelle provate in allenamento per far male agli avversari. Palla alla punta, sponda sul centrocampista che elude la pressione e apre a destra per Dumfries che corre nello spazio e mette al centro. Di fatto il numero 2 in fase d’attacco è un’ala pura perché spinge anche oltre la linea dei due attaccanti e spesso è l’uomo più avanzato. Azioni così sono il pane dell’Inter soprattutto nelle trasferte di Champions dove l’avversario ha il dominio del gioco: vedi City, Leverkusen e Bayern Monaco. L’Inter l’ha preparata così: compatti dietro, bassi. Per poi ripartire fulminei in transizione. 

Il Barcellona però non ci sta e attacca a testa bassa con un tiki taka verticale volto a cercare e liberare Lamine Yamal sulla destra. Il diciasettenne fa soffrire Dimarco. Punta, sterza, imbuca, tira. Fa praticamente tutto lui. Il Barcellona è aggrappato alle sue magie. Quando il 19 ha la palla, Dani Olmo e Pedri si propongono per lo scarico o il dai e vai. Mentre Torres occupa l’area e Raphinha si allarga e taglia da sinistra al centro per chiudere un eventuale cross. Il Barcellona gioca a due tocchi con grande velocitá, grazie alle geometrie di Pedri. I blaugrana prendono campo e l’Inter fatica a uscire con pulizia nel palleggio. Le poche volte che lo fa, riesce a spezzare in due la squadra avversaria e a creare 4 vs 4 con la difesa traballante dei padroni di casa. Mkhitaryan, Dumfries, Lautaro, Thuram e spesso Barella sono gli uomini offensivi interisti. Le due mezze ali a turno si buttano nello spazio da dietro per dare manforte alla Thula. La catena di sinistra invece è bloccata. Bastoni sta bassissimo e non si affaccia mai in attacco. Dimarco idem. Devono pensare a raddoppiare costantemente Yamal, il pericolo pubblico numero uno. Anche Mkhitaryan a volte si allarga e si abbassa per dare una mano ai compagni alle prese con lo spagnolo. Così facendo, inevitabilmente si creano spazi nella zona centrale del campo, ma l’Inter è brava a non farsi prendere in infilata da quelle parti da De Jong e Dani Olmo. In questo gioco di ripartenze ed esasperato possesso palla degli uomini di Flick Calhanoglu da equilibratore rimane sempre un po’ avulso dal gioco e non riesce a dettare i ritmi.

Nel secondo tempo l’Inter è più aggressiva e alza il baricentro riuscendo a contrastare meglio le iniziative blaugrana. Il Barcellona inevitabilmente cala di rendimento e non riesce più a essere incisivo negli ultimi 20 metri. Grazie anche a un Acerbi e Bastoni formato monstre, che non fanno passare più nulla. I nerazzurri pressano e accorciano. Grazie anche all’ingresso di Carlos Augusto che si fa sentire su Yamal, non concedendogli metri decisivi. L’ultima mezz’ora regala ribaltamenti di fronte continui e colpi di scena. Alla fine uno scoppiettante 3-3 rimanda ogni discorso a Milano. Tra 6 giorni la verità su Inter-Barcellona, la sfida eterna.

Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 01 maggio 2025 alle 13:09
Autore: Riccardo Despali
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