Matias Almeyda, ex centrocampista dell'Inter oggi allenatore dell'AEK Atene in Grecia, ricorda ai microfoni del quotidiano catalano Sport la sua esperienza con la maglia nerazzurra: "Un club Barbaro. I club italiani di quel periodo, sia all'estero che come campionato, erano molto forti. Con grandi giocatori. Ogni squadra aveva 7-8 giocatori di alto livello, come adesso in Premier League. Sono rimasto lì due anni. Non siamo riusciti a vincere alcun titolo, ma abbiamo raggiunto le semifinali della Champions League. È un club fantastico, ho dei bei ricordi. A quei tempi c'era Massimo Moratti, il proprietario, un signore. Un ricordo prezioso". 

Come definiresti l'Inter come entità, come gruppo sociale, come aura...?
"In Italia Inter-Juve è il Classico. Giocare in uno di quei due club era qualcosa di pazzesco. Giocavamo in giro per il Paese e trovavamo tifosi ovunque. Il leader principale dell'Inter era Moratti, come dicevo. Dava tranquillità. Lui e i suoi leader. Mi ha colpito molto la sua serietà, la sua chiarezza. A Natale i festeggiamenti erano fantastici. Ho bei ricordi di come ho vissuto e affrontato questa esperienza".

Cosa pensi dell'Inter attuale? Hai conosciuto Inzaghi alla Lazio.
"Da quella Lazio sono usciti tanti allenatori. Simone Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Cholo Simeone, io, Roberto Mancini. Non pensavo che Simone sarebbe diventato un allenatore. E nemmeno lui la pensava così di me. Ho iniziato a guardarlo nella Lazio e aveva ormai consolidato il suo stile. All'Inter ci ha messo un po', ma ha ritrovato il suo stile. Non è il tipico stile italiano, è modernizzato. È diventato un allenatore con un'identità; sa come giocano le sue squadre."

Quali sono, secondo te, i suoi punti di forza?
"Sarà una partita molto equilibrata, il Barcellona sta giocando in modo spettacolare. È un piacere guardarlo. L'Inter ha l'esperienza e la forza della squadra italiana e cercherà di farle sentire al Barcellona. Quando giocherà il Barcellona, ​​passerà brutti momenti. L'Inter non ha altrettanta qualità nel possesso palla, ma ha altre qualità sotto altri aspetti. Gioco aereo, attaccanti spietati, sono abituati al ritmo alternato. La forza. Hanno un gioco aereo migliore del Barcellona. Ma i ragazzi del Barça sono tutti illuminati. Non riesco a trovare un favorito. Sarà fantastico. Sistemi diversi, culture calcistiche diverse, ognuna con il suo stile".

Che ambiente deve aspettarsi il Barcellona a San Siro?
"In quello stadio la gente è più vicina, si fa sentire. Ma non credo che i ragazzi del Barcellona saranno gravati da questa pressione. Ci sono abituati".

Se fossi Inzaghi, come affronteresti la partita?
"Qual è la cosa migliore del Barcellona? Per evitare che i passaggi raggiungano i suoi attaccanti, deve bloccare il centro. L'Inter deve giocare in modo che i centrocampisti non ricevano palla facilmente. Devono essere a disagio. Il Barcellona, ​​poi, cerca di recuperare in fretta dopo la sconfitta, e l'Inter ha un gioco tale che, se il Barça esagera e si sposta, può lasciare scoperto il fianco. Penso che il Barcellona non abbia la velocità per giocare con una linea così alta. Se l'Inter lo aspetta e lo lascia giocare, il Barcellona segnerà un gol. Devono rimanere lontani dalla porta dell'Inter. Poi, sul fronte offensivo, c'è Lautaro Martinez, uno che caratterizza l'Inter: una squadra che non molla mai, che corre, recupera palla, dà tutto. Lautaro per me è il giocatore più pericoloso, il vero capitano".

Quale sarà la chiave del doppio confronto?
"Non so se sarà tutto così aperto per il ritorno, vedremo. Dipenderà molto dai primi minuti. Se il Barcellona subisce un gol nei primi minuti, l'Inter aspetterà per contrattaccare e diventare pura furia".

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Sezione: Focus / Data: Mer 30 aprile 2025 alle 15:10
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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