"Sono devastato da questa sconfitta. Non andare ai Mondiali destabilizza. È come se contro la Macedonia del Nord, con Berardi e gli altri, ci fossi stato anche io". Lo confessa Gianfranco Zola, intervistato da Repubblica per parlare del momentaccio degli azzurri e di un'intera nazione. "Puoi essere ben allenato, organizzato tatticamente ma senza il talento prima o poi vai a sbattere", dice l'ex di Parma e Chelsea.

Partiamo da qui. Mancini deve dimettersi?
"No. Roberto ha fatto un grande lavoro e costruito una base importante. La Nazionale non ha vinto per caso l’Europeo".

Cosa è mancato?
"La qualità offensiva. Con le squadre chiuse in venti metri devi essere bravo nello stretto. Sento parlare di sfortuna. No, la buona sorte te la devi cercare".

Chi salva dallo spareggio perduto?
"Gli episodi migliori sono passati dai piedi di Verratti e Berardi. Mentre Barella mi è parso un po’ stanco. Jorginho ha fatto la sua parte. Mi irrita sentire che i due suoi rigori sbagliati siano stati la causa dell’addio al Qatar. Stiamo a casa perché non abbiamo avuto forza e qualità. Dal dischetto Jorginho non si è mai tirato indietro, ne ha segnati tanti. Anche io ho sbagliato un rigore importante per gli Europei del ‘96. Mi sono martoriato a lungo. Ma non è servito".

L’attacco non la butta dentro.
"Non era la gara per Immobile, Ciro non dà il meglio negli spazi stretti. Ma chiediamoci come mai produciamo così pochi giocatori di qualità, forti nell’uno contro uno e imprevedibili negli spunti offensivi. Nel calcio moderno serve questo. Teniamoci le nostre caratteristiche e prendiamo i buoni esempi anche dall’estero. Se dall’Inter di Mourinho nel 2010 non vinciamo niente in Europa, una ragione c’è. Vanno rivoluzionati settori giovanili e academy. Serve coraggio. Troviamolo".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 27 marzo 2022 alle 12:05 / Fonte: Repubblica
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print