Tra le pagine de La Gazzetta dello Sport ampio spazio dedicato al recente ingresso di Sandro Mazzola nella Hall of Fame dell'Inter. La rosea intervista sull'argomento un ex grande nerazzurro come Roberto Boninsegna.

Sandro Mazzola entra nella Hall of Fame dell’Inter. Non è un po’ tardi?
"Certamente è fin troppo tardi. Quello che ha fatto Mazzola per l’Inter credo che non sia facile da ripetere. E anche per quanto ha vinto con la maglia nerazzurra".

Che giocatore era Sandrino?
"Quando sono arrivato io ha voluto cambiare un po’ posizione e fare il regista. Ma le caratteristiche che lo esaltavano di più, dove ha espresso la sua forma migliore, per esempio al Mondiale del Messico 1970 quando siamo arrivati secondi, erano quelle di trequartista. Con lo spunto eccezionale, con il senso del gioco e dello smarcamento. In quel periodo secondo me in Europa c’erano solo due giocatori alla sua altezza: Cruijff e Overath".

Forse la procedura online di votazione della Hall of Fame svantaggia i non più giovanissimi…
"Sì certo, i giovani ovviamente votano i giocatori più vicini a loro nel tempo e che magari hanno visto giocare".

Anche lei non c’è, e qualche gol l’ha segnato…
"Sono tra i candidati nella categoria attaccanti dell’edizione 2022 il cui vincitore deve essere ancora annunciato. E me lo auguro perché, insomma, in sette anni la mia parte penso di averla fatta: 175 gol ufficiali segnati e tre classifiche dei cannonieri vinte, due di Serie A e una di Coppa Italia".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 18 febbraio 2023 alle 11:03
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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