“Un sogno non sta solo dentro un cassetto: anche dentro un armadio”. È questo l’incipit di Sportweek della lunga chiacchierata con Marco Materazzi che, oltre ad aprire il suo ‘museo’ casalingo di pezzi di stoffa che sanno di storia con il suo progetto narrativo a base social attraverso il quale racconta il ‘suo calcio’ attraverso la sua collezione di maglie, apre una finestra anche all’edizione settimanale dell’allegato alla Gazzetta dello Sport del sabato. Dalla 23 azzurra di quel Berlino 2006 di cui è stato protagonista alla 23 nero-azzurra di quel 22 maggio 2010, tanto caro ai tifosi della Beneamata: “Ho varie maglie che mi ricordano la finale di Champions del 2010 col Bayern. Una l’aveva ‘inventata’ Andrea Butti, il team manager: le aveva tenute nascoste a tutti, chiuse nella sua stanza dell’hotel del ritiro, nessuno sapeva nulla e, quando Mourinho scoprì gli scatoloni, scappò via, per scaramanzia non voleva neanche vederle - racconta Matrix -. Una l’avevo 'inventata’ io per dedicarla alla Juventus e ai suoi tifosi, quella con scritto ‘Rivolete anche questa?’. E poi c’è l’originale: la prima l’avevo scambiata con Van Bommel, l’altra è conservata fra le ‘maglie reliquia’. In campo l’avevo indossata giusto un paio di minuti, ma sapevo che non sarebbe rimasta ‘nascosta’ sotto la tuta: lo Special One mi aveva promesso che sarei entrato in campo già al Camp Non, la sera della semifinale di ritorno con il Barcellona. Quando sfilai la giacca per entrare in campo al posto di Milito, la maglia era già sudata fradicia: per l’adrenalina mi ero scaldato come un pazzo, come se dovessi giocare 90 minuti”.

Mio fratello Ronnie:
“Fratello è una parola importante e Ronnie sulla maglia mi ha scritto proprio così: ‘Al mio fratello Marco’. Sono sicuro che chiama così solo le persone alle quali vuole davvero bene. Lui sa quanto gliene voglio, quanto gliene volevo già anni fa, quando gli lanciai una sfida. Eravamo alla Pinetina, era il periodo del suo rientro dopo il lunghissimo infortunio al ginocchio e qualcuno pensava che non sarebbe tornato a giocare: ‘Al decimo gol che segni, mi regali una tua maglia. Però la voglio del Brasile, quella dell’Inter ce l’ho’. Disse di sì, ma poi quell’estate non tornò a Milano, lo aspettava il Real. Pensava che 12 anni dopo mi fossi scordato, rise molto quando nel 2014, eravamo tutti e due in Brasile per il Mondiale, gli dissi: ‘Ricordi la promessa della maglia? Ecco, vedi di darmela’. Fece finta di non ricordarsi, poi se ne fece stampare una dal magazziniere della Seleçao. Tanto con lui sono abituati, quello dell’Inter stava per diventare pazzo, finché un giorno gli disse: ‘Ronnie, se diamo retta a te servirebbero 50 maglie alla settimana: come vogliamo fare?”.

Su Van Basten:
“È stato il mio primo idolo. Di Van Basten ne ho quattro (maglie, ndr), anche una con la Coppa dei Campioni ricamata sul petto, come faceva il Milan una volta, ma io mi ero innamorato di lui quando era all’Ajax. Quella doveva essere: non originale, ma simbolica. Dunque quando con l’Inter giocai contro l’Ajax, chiesi a un dirigente olandese una loro maglia con il nome di Van Basten stampato dietro e poi, guardando Marco come l’avrei guardato vent’anni prima, gli chiesi un autografo. Lui scrisse: ‘Per l’amico interista!’, e dedica più bella non avrebbe potuto farmi. L’avrei abbracciato, ma mi sembrava eccessivo”.

Sulle maglie d’esordio:
“Quando riprendo in mano la maglia dell’esordio in Serie A mi viene da ridere: nessuno oggi giocherebbe con quel tessuto addosso. Però era chic, ricercata. E poi per me era meravigliosa: la maglia del debutto e contro l’Inter, anche se non sapevo ancora che sarebbe diventata la mia squadra del cuore. Io ero appena arrivato dal Carpi, la settimana prima avevo giocato in C1 e Nevio Scala, dopo avermi scelto per sostituire Dicara che era squalificato mi aveva detto: ‘Marco guarda che devi marcare Djorkaeff e Zamorano’. E io non avevo chiuso occhio, per tutta la notte chi avevo sognato? Djorkaeff e Zamorano. Il giorno dopo la maglia la scambiai proprio con Ivan e quasi feci anche gol…”.
 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 14 maggio 2022 alle 11:06
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print