L'Italia frena a Skopje e Spalletti mastica amaro all'esordio. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi propone la sua idea sulla Nazionale azzurra. "Spalletti non ha nessuna colpa per questo pareggio. Ma la realtà è che l’Italia, ancora una volta, è riuscita a far diventare grande la Macedonia del Nord. Questo non è ammissibile", dice l'ex c.t. azzurro.

Partiamo dal primo tempo. Un po’ deludente.
"Gli attaccanti non si sono mossi bene, i centrocampisti idem. E i difensori, in fase d’impostazione, hanno toccato troppe volte il pallone per poi fare un passaggino di tre metri. Inoltre: troppi lanci e mancanza di filtro in mezzo come testimoniano i 4 o 5 contropiede subiti".

Nella ripresa il ritmo è leggermente aumentato, però...
"All’inizio sì, ma dopo il vantaggio ci siamo chiusi e abbiamo pensato solo a difendere l’1-0. Non è così che si deve fare".

Che deve fare ora Spalletti?
"Luciano è un ottimo allenatore, ma non è un mago. Non gli si possono chiedere i miracoli. Un consiglio, però, mi sento di darglielo: lui ha preso una squadra che evidentemente non era all’altezza del compito. Probabilmente non conosceva tutti i giocatori dal punto di vista caratteriale. E’ necessario scegliere elementi affidabili per creare un collettivo come ha fatto a Napoli. Un c.t. non ha tempo per cambiare la mentalità dei giocatori, deve puntare su uomini che siano disponibili e che interpretino al meglio le sue idee".

Qualcosa che ha funzionato?
"Faccio fatica, ma la sufficienza mi sento di darla ai due terzini. Hanno spinto bene nel primo tempo, e ci hanno provato nel secondo".

I centrali difensivi?
"Non benissimo, troppo macchinosi nell’impostazione".

Il centrocampo?
"Poco propositivo e con poche idee. E anche in attacco non ci sono stati i corretti movimenti".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 10 settembre 2023 alle 10:49 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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