Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Aristide Guarneri, uno degli eroi della Grande Inter, oggi 85enne, parla del mondo nerazzurro a 360 gradi.

Non si è fatto mancare niente, Aristide…
"Diciamo che ho vissuto momenti di bel calcio, anche importante. Ho giocato, penso, nella migliore Inter di tutti i tempi e sono fermo al credo di Luciano Ligabue: “Credo che un’Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre, belle in maniera diversa”".

Adesso che profumi avverte?
"Beh, tutto molto diverso, un calcio nuovo. Velocità, regole, tattiche, marcature. Ho letto un’intervista di Ivano Bordon dove dice che adesso in una partita tocca più palloni un portiere che un centrocampista. Vero. Tutte quelle partenze da dietro mi mettono ansia. Come le storie di certi giocatori. Prenda Skriniar: se ne parla troppo, poca chiarezza. Magari lo fa apposta, ma ciò non aiuta né lui né la squadra. Non è facile giocare così".

Guarneri, dicono che il suo salotto di Cremona sia un museo…
"Ma no. Un po’ di medaglie, quelle sì. Diciamo che ho conservato un ricco passato. Piatti, monete. Molte sono del presidente Angelo Moratti, qualche Ambrogino. Quando si vinceva la Coppa dei Campioni, il sindaco di Milano ci regalava gli Ambrogini d’oro".

Adesso l’oro, a Milano, per Inter e Milan può arrivare dalla Champions?
"Sicuro. L’Inter è stata meravigliosa con il Benfica, il Milan ha battuto un Napoli molto forte. Certo, c’è il ritorno, tutto è aperto, ma io penso che una potrebbe andare in finale. Ci sono almeno tre squadre più forti delle italiane, però Inter e Milan sono attrezzate, hanno la testa e l’esperienza. La Coppa dei Campioni è, è sempre stata, tutta un’altra cosa".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 14 aprile 2023 alle 09:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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