"La Roma fu una scelta tutta mia. Con Mourinho giocai in più posizioni, a sinistra, al centro, un paio di volte anche da centrale di centrocampo. Ma sentivo che il mio ruolo era quello di centrale difensivo. La Roma mi diede l’opportunità di mettere le radici nel luogo che preferivo. Anni bellissimi, uno splendido rapporto con la tifoseria, mi ricorda quella del Boca". Lo racconta Nicolas Burdisso al Corriere dello Sport.

Sbagliasti i tempi, però. La stagione seguente l’Inter fece il Triplete.  
"Non ho mai rimpianto quella scelta, anche se all’Inter sono stato molto bene, Moratti e Mancini mi sono sempre stati vicini. L’unico anno con Mourinho fu molto formativo, il calcio stava cambiando e lui era più avanti degli altri. Aveva capito l’importanza crescente della comunicazione tanto all’interno dello spogliatoio quanto all’esterno. Ripeteva spesso “io vinco”. Mourinho sapeva dire la cosa giusta al momento giusto. Non voleva farmi partire e quando ci ritrovammo di fronte in Roma-Inter mi toccò il cuore: “Se succederà, non potremo parlare di anno perfetto perché sei mancato tu”".  
 
Nicolas, cosa pensi del caso Messi?  
"Ho la sensazione che resti. Non conosco le vere ragioni della rottura, anche se posso intuirle".  
 
Aiutaci.  
"Sono molto più semplici e genuine di come le stanno e le state facendo passare. Il calciatore vuole vincere, il campione vuole essere messo sempre nella condizione di farlo. Leo non ha condiviso alcune scelte, le più importanti, della dirigenza e, visto come sono andare le cose, devo dire che ha avuto ragione. Nessuno può darti la certezza della vittoria, soprattutto nel calcio. Ma la consapevolezza di poter vincere, quella sì".  

Sezione: Rassegna / Data: Ven 04 settembre 2020 alle 10:42 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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