"Se ne va un amico, per un periodo delle nostre vite come un fratello: quando giocai nel Cagliari eravamo quasi in simbiosi. Dividevamo la camera in ritiro e questo per me significò anche imparare a fumare: se stavi vicino a lui non potevi non fumare. Io non avevo l’auto, mi scarrozzava lui per andare e tornare dagli allenamenti, poi arrivò mia moglie, io mi sposai e a lui rimasero le sue fidanzate... Anni indimenticabili, con la maglia rossoblù e ovviamente in Nazionale: non so dire in un altro modo". Così Roberto Boninsegna, sulla Gazzetta dello Sport, dà l'addio a Gigi Riva, scomparso nella giornata di ieri.

Che amicizia era, la vostra?
"Di quelle che nascono in campo, diventano più forti fuori dal campo e poi si sentono, si sentono tanto quando giochi. Sa quante volte ci siamo difesi a vicenda? Prendevamo tutti e due un sacco di botte dai difensori avversari, quando uno stopper esagerava con Gigi e diventava troppo scorretto arrivavo io, e lui faceva lo stesso. È questo che intendo quando le dico che certe amicizie si vedono anche in campo: c’è un modo di legarsi più forte del difendersi a vicenda? Che bei tempi, quelli".

Che attaccante era, Riva?
"Quando doveva segnare diventava “cattivo”: un finalizzatore. Anzi, uno straordinario finalizzatore, e per questo a volte anche un po’ egoista. Quante volte gli ho dovuto dire: “Ero solo, perché non me l’hai passata?”. E quante volte mi ha risposto sempre la stessa cosa: “Non ti ho visto...”".

«Il più grande in assoluto», ha detto. Era davvero il più forte?
"Le racconto questa: io ho giocato anche con Bettega, dunque mi ero fatto un’idea molto precisa, e glielo dicevo sempre: “Gigi, tu sei il più forte, Bettega è il più intelligente e io sono il più completo dei tre”. Mi guardava e mi diceva: “E perché tu il più completo? Cosa hai in più di me?” E io: “Ma dai, Gigi: a te il piede destro serve solo per camminare...”. Ma ripeto: il più grande in assoluto, era lui senza dubbio. Porca vacca, che mazzata stasera".

Sezione: Rassegna / Data: Mar 23 gennaio 2024 alle 11:57 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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