Nato a Segrate e cresciuto vicino San Siro, ma tifoso del Genoa, Nicolò Rovella riavvolge il nastro dei ricordi e nella lunga intervista rilasciata a Sport Week torna anche sul suo passato nerazzurro.  

Sarai stato anche basso e magro, ma entri nell’Academy dell’Inter...
"Sì, mi iscrive mio padre Paolo, lui e mio zio sono interistissimi. È l’Inter del Triplete, l’Inter di Mourinho, il mio idolo assoluto è Sneijder... Avevo la sua maglietta. Quella è stata la prima". 

E perché finisci all’Alcione?
"All’Inter stavo bene, ci sono stato nove anni, lì avevo tutti i miei amici. Poi ci sono state delle incomprensioni. I genitori dei miei amici a un certo punto decidono di trasferirli all’Alcione, che era più vicino a casa. Io da un annetto o due facevo provini in giro: Milan, Inter… Ma quelli dell’Accademia non mi lasciavano mai andare. Allora mio padre trasferisce anche me: “Vai a giocare con i tuoi amici, divertiti, poi si vede”. Ma a gennaio, subito, mi chiama il Genoa, e io non ho dubbi: vado".

Perché debutti in Serie A proprio contro l’Inter: emozioni?
"Emozioni incredibili. Anche perché l’allenatore del Genoa era Thiago Motta e allo stadio c’era tutta la mia famiglia. Mi sembrava quasi di essere a casa, anche se poi non è andata bene... Nel tunnel mi batteva un sacco il cuore, ma quando ho iniziato a giocare non ci ho pensato più. Ero un bambino con una personalità forte, nel bene e nel male".

Idolo da bambino Sneijder, allora?
"Sneijder e Marchisio, ero fissato con loro. Li guardavo alla tele e provavo a imitarli: quante punizioni contro il muro del garage… Sentono ancora il casino che facevamo".

Sezione: News / Data: Sab 11 giugno 2022 alle 12:28
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print