L'esperto di diritto sportivo Mattia Grassani, in un'intervista rilasciata a quotidiano.net, ha parlato della situazione relativa alla questione giocatori-nazionali, riallacciandosi alle parole dei giorni scorsi di Giuseppe Marotta: "Le perplessità da parte delle società sono più che legittime. Esporre i calciatori a viaggi anche intercontinentali, contatti con compagni provenienti da tutte le zone del mondo, in un periodo del genere, non può che destare perplessità. Impedire che un calciatore di Milano, tanto per fare un esempio, non si possa spostare in un’altra Regione ma, al contempo, possa compiere un viaggio intercontinentale mi sembra una contraddizione. L’obbligo di rispondere alla convocazione della rappresentativa nazionale deriva da una fonte regolamentare della Fifa e non dal contratto di lavoro. Formalmente, dunque, gli spostamenti per raggiungere le rispettive squadre nazionali potrebbero non essere ricondotte a motivi lavorativi e, quindi, andare contro al Dpcm vigente. I club, da un lato, impedendo a un giocatore sano di rispondere alla chiamata della propria Nazionale rischiano delle conseguenze: dall’ammenda alla squalifica per il calciatore fino al divieto di trasferimenti o alla penalizzazione per le società stesse. Le Nazionali, dall'altra parte, al momento non rispondono di eventuali contagi nel corso del periodo di militanza lontano dalla propria squadra. Dovrebbe essere previsto quindi un protocollo ad hoc a tutela dei club".

Sezione: News / Data: Sab 07 novembre 2020 alle 21:14 / Fonte: quotidiano.net
Autore: Stefano Carnevale Schianca / Twitter: @SchiancaStefano
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