A cento giorni dalla sua elezione come presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini traccia un primo bilancio del suo mandato guardando anche agli obiettivi futuri: "L’impressione è positiva perché parliamo di un settore con straordinarie risorse e opportunità non solo economiche, ma anche culturali e sociali. La Lega di A riflette tutte le virtù e i vizi del Paese. E questo la rende interessante", le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

Ha già fatto i conti con la famosa litigiosità tra presidenti?
"È più raccontata che reale. Certo, ci sono argomenti che portano conflitti, ma in questi mesi ho visto che quando si discutono questioni di interesse comune è possibile trovare sintesi, compattezza e unità". 

Dal governo federale a quello della Lega. Sono sempre più pressanti le richieste di una nuova governance in grado di affrontare le tante sfide sul tavolo: dall’aumento dei ricavi alla modernizzazione del sistema.

«Il tema ha due profili. Il primo è il ruolo della Lega nel sistema federale e nel consiglio federale. La soluzione non può essere solo numerica, bisogna lavorare su meccanismi procedurali: serve un’intesa con la Lega per le decisioni che riguardano la A. Il secondo è come rafforzare la Lega: creare una media company e migliorare la struttura. La Lega ha poche decine di dipendenti, la Liga spagnola dieci volte tanto. La Lega, con poco sforzo, potrebbe diventare un vero sostegno per i club nel rapporto con le istituzioni e un supporto tecnico su temi come le infrastrutture e la commercializzazione».

Però quando si prospetta una struttura di governo autonoma, i presidenti si ribellano temendo di perdere potere.
"La Lega deve essere un soggetto al servizio delle squadre, non sostituirsi alle società. Chiarito questo, il contrasto non esiste". 

Cosa pensa dell'ipotesi Fondi
"Prima vanno definiti progetto e modello di business che la Lega vuol perseguire, poi ci può rivolgere ai Fondi, se lo si ritiene utile. Nessuna preclusione, ma un Fondo non è di per sé una soluzione, è uno strumento". 

A parte alcuni nuovi impianti, solo un paio di proprietà, siamo fermi alle ristrutturazioni del 1990. Come velocizzare pratiche interminabili e snellire una burocrazia che allontana possibili nuovi investitori?
"Per gli stadi il primo problema sono procedure e tempi, con amministrazioni spesso in difficoltà. Un rimedio su cui la sottosegretaria Vezzali sta lavorando, e che condivido, è avere una cabina di regia del governo con tutte le amministrazioni interessate, la Figc, le Leghe, l’Istituto credito sportivo, per esaminare i dossier e cercare di sciogliere tutti i nodi che rallentano le procedure". 

Gli storici presidenti italiani stanno diminuendo e crescono proprietà e fondi stranieri. Quanto le ritiene utili e quanto è complicato all’interno della Lega trovare una sintesi tra figure così diverse e distanti per managerialità e tradizioni?
"Vedo bene sia l’investimento da parte di proprietà straniere, sia di fondi. Significa credere nelle capacità di crescita della Serie A. Diverse esperienze e nazionalità possono arricchire la Lega. Le proprietà Usa possono portare più investimenti sul calcio femminile, un movimento che la Figc ha fatto crescere e che, con il passaggio al professionismo, spero possa in futuro entrare nella Lega con una sua divisione".

Decreto crescita: i paletti favoriscono solo i grandi club…
"Mi pare un tipico fenomeno di “distrazione” dai problemi reali. I dati mostrano che ha avuto un impatto minimo sui giocatori italiani. A un certo punto sembrava diventato il male assoluto. La soluzione trovata poche settimane fa andrebbe corretta perché è distorsiva del mercato".

Quanto è stato importante il ritorno di Milano ai vertici fornendo un’alternanza al lungo regno di vittorie juventine?
"L’alternanza è importante per rendere più attrattivo il campionato. Ho visitato, tra gli altri, i centri di Sampdoria e Verona: si respira subito quanto sia stato importante aver vinto un titolo". 

Sezione: News / Data: Lun 20 giugno 2022 alle 15:24
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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