Ieri pomeriggio grande parata di stelle nerazzurre ma un risultato positivo solo a metà a fine partita: Nicola Berti spiega alla Gazzetta dello Sport perché comunque Thohir ha capito il vero spirito interista. Ecco qui le parole di Berti:

"Ogni volta che ritorno a San Siro, vado via stordito dalle emozioni. Ma quello di ieri non è stato un pomeriggio come gli altri. Quell’ovazione dell’intero stadio in risposta allo speaker che pronunciava il mio nome la conserverò per sempre nel mio cuore. Un’emozione ancor più grande di quella provata nel giorno del centenario. Eppure ci torno spesso al Meazza. Con i figli a vedere le partite, proprio come ieri. Tra me e il popolo nerazzurro è sempre stato amore vero, sincero. E questo sentimento ricambiato mi riempie di orgoglio. I tifosi sanno cos’è stata l’Inter per me e cosa è ancora oggi. Sanno che non mi sono mai risparmiato per la maglia, mi sono sempre battuto con passione fino a farmi male per il bene dell’Inter. ’ stata una festa bellissima rovinata solo in parte dal risultato".

Sulla partita: "Eppure per mezzora ho visto una grande Inter, con un’identità di gioco, con un’anima arrembante e coinvolgente proprio come piace a Mazzarri. Peccato non sia riuscita a trovare un altro gol che avrebbe chiuso la sfida prima di subire un vistoso calo fisico, come poi ha evidenziato un brutto secondo tempo. Però la giornata di ieri sarà sicuramente servita al neo presidente Erick Thohir per capire cosa significa essere alla guida dell’Inter, quanta passione muove questa squadra nell’anima dei propri tifosi e di fatto quanto ci sarà da lavorare per riportare l’Inter nell’élite del calcio europeo. La base è buona, ma è chiaro che servirà subito potenziare il gruppo a disposizione di Mazzarri".

E ancora: "A gennaio urgono tre innesti per puntellare la rosa e regalare al tecnico quelle alternative di cui ha bisogno per cambiare la partita in corso d’opera. C’è bisogno di un attaccante di spessore che faccia rifiatare un po’ Palacio, giocatore che adoro e che non si risparmia mai. Poi servirebbero due Berti, ossia due giocatori che abbiano corsa, cuore, voglia di aggredire gli spazi e di lasciare il segno, finalizzando il concetto di "far male", sportivamente parlando, all’avversario. Poi ci sarà un’estate intera a disposizione per trovare i giocatori giusti per il salto di qualità. E’ stato bello ritrovarsi nel nostro tempio con tanti amici del passato, uomini e calciatori che hanno reso grande questa società. Ed è stato anche particolare vedere il vecchio presidente e il nuovo insieme, seduti l’uno accanto all’altro, a soffrire per la squadra. L’emozione era nell’aria e non avrà lasciato insensibile Thohir: San Siro è in assoluto uno dei tre stadi più belli del mondo e da sempre ribolle di passione. Erick sa che la sua vita ora è cambiata. Ci sarà da lavorare senza sosta per far felice il popolo nerazzurro".

Sezione: News / Data: Lun 02 dicembre 2013 alle 11:44 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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