Il sorriso negli occhi, quello di chi i derby sa soltanto vincerli. E non solo quelli. Walter Samuel, in compagnia di Nagaja Beccalossi per Drive Inter, si è raccontato a tutto tondo su Inter Channel: "Non mi aspettavo di fare un'intervista in macchina, ma sono tranquillo (ride, ndr). Forse mi era capitato una volta a Roma, con Goicoechea, andammo in macchina e ci intervistarono". In tanto parlano di un Samuel riservatissimo, lui sorride: "Sono timido, non parlo tanto coi giornalisti. Forse per questo mi hanno messo quest'etichetta. Non sarò tanto simpatico, però neanche il contrario. In campo sono sereno, gioco poi forte come fanno tutti. La vedo come una cosa normale. Non mi piace tanto parlare, scherzo spesso e mi diverto quando ho fiducia e mi trovo bene con chi sto".

Ormai, la vita tra Milano e Inter è ideale: "Io mi trovo benissimo qui all'Inter, ci sono da tanti anni. In Italia sto alla perfezione, i miei figli sono praticamente cresciuti qui. Non penso a tornare in Argentina, vivo alla giornata. Poi Milano come città mi piace. Ho un figlio, quello di mezzo, un po' riservato come me. Invece mia figlia è più simile a mia moglie, poi è la prima... la bimba è la bimba (sorride, ndr). Con i maschi ho un rapporto fantastico. Un erede? Se vorranno giocare a calcio, bene. Altrimenti ci sono anche altri sport. Uno dei miei figli gioca a calcio, l'altro ancora è piccolino. La bimba invece fa basket".

Samuel parla poi tra tempo libero e nuova Inter: "I miei pomeriggi liberi cerco di passarli con mia moglie e i miei figli, a volte ci troviamo tra noi argentini, con i compagni. Questo gruppo è un bel mix di gente esperta come noi e giovani. Vogliamo arrivare più in alto possibile, tutti insieme. Bisogna proseguire piano piano, partita per partita. Abbiamo cambiato tanto, tanti giocatori che erano da anni qui sono andati via, per cui non si può avere tutto subito".

L'attaccante più fastidioso da affrontare: "Ho giocato contro fenomeni che toccavano pochi palloni ma la mettevano dentro. Trezeguet, Shevchenko, Vieri. Con Ronaldo ho giocato poche volte...". Samuel parla poi dei giovani dell'Inter, a proposito di consigli: "Quelli che ci sono all'Inter sono bravi, diamo qualche indicazione in base alla nostra esperienza. Hanno bisogno di tranquillità e non tanta pressione, perché all'Inter se le cose vanno bene è facile, poi se vanno male San Siro non perdona. Vogliamo dare fiducia, non consigli. Quello che conta è avere fame e voglia di essere parte di una grande squadra come l'Inter. Sono cambiati i tempi - aggiunge Walter -, adesso pensiamo a dare più fiducia. Questi ragazzi sono rispettosi sempre con tutti, il futuro sono loro".

Il Samuel giovane era così: "All'inizio giocavo per la società per cui tifavo, ero contentissimo. Poi è arrivata la Roma... Non sognavo l'Europa, non aspettavo alla follia quella chiamata. Se ripenso a quel periodo, guardavamo i gol dei campionati europei su 'ordine' di mister Bianchi. Ma io non seguivo il calcio internazionale. Ci ho pensato parecchio, è stata una scelta difficile andare alla Roma. Adesso tutti vogliono l'Europa". Qualche critica ha fatto innervosire Walter: "Certo, è normale. Ma sono cose che passano, se no a volte ti arrabbi con una persona e non ha senso. Non sono mai andato da un giornalista a dire "hai detto questo di me".

Si parla quindi di critiche: "Una critica sul calcio ci sta, sul personale invece mi dà fastidio - dice Samuel -. Comunque, penso sempre che so dentro di me come ho giocato e nel caso sono il primo a criticarmi. Credo sia una cosa che fanno tutti i miei colleghi. Poi, molte volte il risultato finale cambia l'idea dei giornalisti". Il rapporto con i tifosi è "davvero bellissimo. Il pubblico con me si è sempre comportato benissimo, anche nel momento degli infortuni. Un tifoso a volte può criticare. Dobbiamo sempre ringraziarli". Un futuro da allenatore? Samuel risponde così: "Non lo so... Ci penserò. Ho sempre voluto essere nel calcio, sin da piccolo. L'allenatore più determinante in carriera? Mi piaceva tantissimo Bielsa, mi ha insegnato tante cose. Qui ho avuto gente come Mourinho o Capello, fantastici, ma ero più grande. Il Loco invece a 19/20 anni mi ha fatto crescere come difensore".

Tra musica e passioni: "Sono stato a un concerto di Ramazzotti, mi è piaciuto tanto". Si chiude su Lionel Messi: "Ci ho giocato al Mondiale, fa delle cose incredibili per chiunque che fa con una facilità enorme. Credo che sia al livello di Maradona e questi qui, ha ancora margine di miglioramento e può ancora vincere tanto. Per me Maradona era Dio, ci ho giocato per sei mesi al Boca. Aveva un carattere completamente diverso, dovunque andava si portava dietro tanto movimento".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 10 ottobre 2012 alle 16:52
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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