Cinque partite su 18 senza subire gol sono veramente poche per una squadra che punta al vertice. Questo dato assume un peso ancora diverso se si considera che spesso la porta è rimasta inviolata grazie a delle gran parate di Handanovic o a salvataggi miracolosi sulla linea, come quello di D'Ambrosio contro il Genoa. Dato che è un fatto che si vincano i campionati non subendo gol, i 21 gol presi fanno capire a tutti in cosa debba migliorare l'Inter. Pioli per porre rimedio ha provato la difesa a tre contro la Fiorentina e in Europa League con lo Sparta Praga, e nonostante siano arrivate due vittorie, le sensazioni non sono state positive.
DIFESA A TRE - La difesa a tre uomini non è sinonimo di un approccio rinunciatario. Giocando a tre si ha una maggiore facilità nella gestione del pallone, oltre al fatto di avere due esterni che partono dieci metri in avanti rispetto a quanto avviene nella difesa a 4. La grande differenza sta nel fatto che, in fase di non possesso, la linea a tre diventa a 5, garantendo una migliore copertura dello spazio, soprattutto nella zona cieca del campo, quella dove non si sta sviluppando l'azione. La difesa a tre però non si improvvisa, ha bisogno di molta costanza negli interpreti affinché tutti i movimenti di copertura diventino automatici, cosa che non è necessaria in quella a quattro dove determinati meccanismi d'insieme sono molto più intuitivi. Il perno centrale, l'uomo che agisce senza marcatura, è quello che garantisce il successo o il fallimento della difesa a tre, perché è lui che deve andare a chiudere ogni azione, ed è lui che deve mettere in pratica la superiorià numerica fungendo da primo costruttore di gioco. Per una difesa a tre di successo sono necessari due marcatori molto attenti, che non abbiano paura di sfidare l'avversario nell'1 contro 1, e un giocatore che sia in grado di vedere e leggere il gioco al centro. Inoltre sono fondamentali due esterni con spiccate capacità sia offensive che difensive, che facciano tutta la fascia con ugual fortuna sia che attichino sia che difendano. Nell'Inter attuale, mancano tutte queste caratteristiche.
PERCHE' NO - Per capire perché l'Inter attuale non abbia i giocatori adatti per giocare con la difesa a tre, prendiamo in analisi le due squadre che meglio applicano la difesa a tre in Europa: il Chelsea e la Juventus. In sintesi, Antonio Conte. Entrambe le squadre hanno due marcatori molti abili: Chiellini e Barzagli, Cahill e Azpilicueta (quest'ultimo nasce terzino, ma sempre con compiti difensivi e per questo applica bene la marcatura). Insieme a loro ci sono Bonucci e David Luiz, giocatori che sanno dare del "tu" al pallone e diventare i veri registi della squadra. Sugli esterni la Juve ha Alex Sandro e, anche se infortunato, Dani Alves (o in passato Lichtsteiner), uomini che sanno coprire in fase difensiva e che diventano delle vere e proprie ali d'attacco. Simili sono Moses, dotato di grandissime capacità aerobiche, e Marcos Alonso, che in Italia ha imparato a difendere e a sfruttare al massimo il suo ottimo sinistro. All'Inter manca totalmente chi faccia il ruolo di Bonucci o David Luiz. Molti propongono il nome di Medel, che sarebbe ottimo per rimediare a situazioni spigolose, ma renderebbe molto complicata la gestione del pallone, annullando il vantaggio dell'uomo in più dietro. Murillo non è affidabile, mentre Miranda, sebbene sia un grande difensore, ha comunque mostrato delle pecche (dovute all'età e a compagni di reparto troppo imprecisi), senza contare che a 32 anni è molto complicato imparare movimenti del tutto nuovi. Sugli esterni Pioli ha fatto giocare Ansaldi, che per caratteristiche può giocare a tutta fascia (lo faceva a Genova) e Candreva, che se si applica può benissimo giocare come quinto (o quarto) di centrocampo, ma non è la posizione naturale per lui e il risultato è solo quello di averlo in difficoltà in fase difensiva, e in affanno in quella offensiva. Candreva è letale se gioca vicino alla porta, quando può tirare o crossare. La fase difensiva non fa per lui, come dimostra il gol dell'1-3 della Fiorentina, quando Antonio si perde totalmente Kalinic. D'Ambrosio poi sarebbe un ibrido nella difesa a tre, perché non ha in sè le doti del marcatore per giocare nei tre centrali, nè la qualità tecnica per pungere quando attacca, come fanno Alex Sandro o Marcos Alonso. La difesa a tre è quindi un esperimento che con questi interpreti è bene accantonare. Meglio giocare a quattro, con Medel definitivamente spostato al fianco di Miranda. Meglio ancora se nel mercato dovesse arrivare un difensore centrale di livello, uno alla Manolas per intenderci, in modo tale da togliere dal centrale brasiliano tutto il peso della difesa, e permettendo a Medel di recuperare a pieno dal suo infortunio.
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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