Se non fosse per i tifosi dell'Inter, del Chelsea e del Porto, e qualche altra rara eccezione, Josè Mourinho sarebbe probabilmente l'uomo più antipatico al mondo. Tutti lo odiano, anche chi segue il calcio solo per la finale dei Mondiali e conosce di Josè solo il fatto che è tecnico dell'Inter e guadagna vagonate di milioni, manifesta il suo disprezzo per questo personaggio al quale, evidentemente, non è bastato un anno e mezzo in Italia per far capire al nostro popolo ed alla nostra stampa quanto realmente sia una persona fantastica, schietta, rivelatrice di verità assolute. L'analisi che permette di capire perchè quest'alone di odio avvolge l'allenatore di Setubal, infatti, è molto semplice: Mourinho non è come tutti gli altri, non è un tecnico che ti spara le solite quattro frasine noiose. Mourinho dice quello che pensa, senza mascherarlo minimamente, e lo fa per due soli scopi: il primo è perchè lo crede davvero, il secondo, ma altrettanto importante, è perchè desidera proteggere la sua squadra e preferisce dunque porre la sua persona al centro dell'attenzione, e ci riesce benissimo.

Basta un semplice esempio per comprendere meglio la situazione della quale stiamo parlando: quanti tifosi o giornalisti evidenziano che oggi sono rientrati in gruppo Quaresma e Santon? Pochissimi. L'argomento centrale è Mourinho e la sua arroganza, il suo feeling mai scattato con l'Italia, c'è addirittura chi titola 'Mourinho, ci risiamo' quando Josè ha dichiarato di preferire l'Inghilterra all'Italia. Ecco, prendiamo questo caso per chiarire il tutto: il lusitano ha sempre detto di amare il calcio inglese sopra ogni altra cosa, ha sempre detto di non amare l'Italia ed il calcio italiano. Volete dargli torto? Basta guardare una partita per capire cosa intende il buon Josè: Aston Villa-Liverpool di ieri sera, 0-1, cadeva la neve sul terreno di gioco e c'era uno stadio pieno di gente festante, con bambini allo stadio e famiglie vicinissime al terreno di gioco che ad ogni corner incitavano da vicino i propri beniamini. Dopo il match, tifosi 'rivali' abbracciati che si dirigevano insieme al pub per gustare una buona birra. Vi sembra questo lo stesso spirito del nostro calcio? Dopo ogni gara episodi di violenza, che accadono anche in Inghilterra ma ormai in percentuale nettamente inferiore a quella italiana, per non parlare delle moviole, dei processi, di determinati giornalisti che addirittura salgono sul pullman della squadra pur di strappare magari il broncio di un giocatore scontento.

Mourinho dice ciò che pensa, non ha paura di farlo, anzi regala a quei giornalisti così invasivi il doppio delle novità che avrebbero normalmente dai vari Ranieri, Leonardo o Ferrara, persone ed allenatori rispettabilissimi ma le cui conferenze stampa non strappano nemmeno l'1% di quanto diano quelle di Mourinho. Ed invece, lo si vuole crocifizzare a prescindere, perchè così tira di più: il ragionamento di Josè, a questo punto, fila. Lui dice ciò che pensa, la stampa lo attacca, le sue idee come quella ad esempio della superiorità del calcio inglese si confermano dunque giuste (non si può catechizzare una persona che dice ciò che pensa, ciò che è vero e quindi ti dà anche da scrivere) ed intanto nessuno scrive magari su Santon, che non gioca da mesi per un infortunio ma che con la società che si muove per Kolarov sarebbe tagliato fuori, nessuno scrive di un Quaresma che lavora quindi in tranquillità senza pressione esterna, e così via. Attualmente, l'unico argomento del quale si parla oltre al presunto nervosismo di Josè è l'arrivo di Pandev. E Mourinho? Con Pandev ci ha già parlato, come conferma il macedone stesso. Lui di problemi non ne ha, quei pochi che si ritrova li tiene per sè, ed intanto lo attaccano, sempre, costantemente: quando lo perderemo e lo vedremo volare verso altri lidi, e la domenica mattina leggeremo delle tristi e monotone conferenze di Prandelli e Ranieri, allora sì che saremo tutti più contenti...

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 31 dicembre 2009 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano
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