Dopo la straordinaria serata di domenica scorsa, con la grandissima ed importantissima vittoria nel derby, l’Inter si ripete anche in Coppa Italia, dando prova di una fame sconfinata e batte la Juventus, prendendosi una piccola rivincita nei confronti dei bianconeri che erano stati capaci di superare i nerazzurri a Torino lo scorso dicembre per 2-1. La vittoria nerazzurra è il simbolo di un gruppo compatto, che combatte unito su ogni pallone, al di là dei suoi interpreti. Il successo di coppa ha la faccia di Josè Mourinho, convinto di avere sempre di più dato un’impronta indelebile nel Dna di questa squadra, una grinta e una voglia di vincere infinita. E non importa quindi che dall’altra parte ci sia una Juventus rimaneggiata e psicologicamente a terra, l’Inter non fa sconti. Neanche l’errore iniziale di Francesco Toldo ha abbattuto il morale nerazzurro, anzi lo ha addirittura rafforzato; l’Inter ha cominciato a premere sull’acceleratore e alla Juventus sono rimaste solo le briciole. La rimonta è stata calma e oculata, frutto dell’attesa paziente di Josè Mourinho che ha gettato nella mischia Diego Milito nel momento propizio, facendo sì che i torinesi si abbassassero sempre di più e avessero paura degli attacchi nerazzurri, che vedevano in Sneijder, Pandev e Balotelli i pericoli numero uno.

Molto bene l'olandese, ormai leader della squadra (ma non diteglielo...), sempre coinvolto nell’azione ed ispiratore di manovre pericolose; esce quindi vincitore dal duello a distanza con Diego. Bene anche Pandev, calatosi al meglio nella realtà nerazzurra e soprattutto Mario Balotelli, autore di una gara di sacrificio, contro mostri sacri come Chiellini e Cannavaro, gente che non molla un centimetro di campo. Josè Mourinho, nel post gara, lo ha ancora una volta preservato dicendo che non è lui l’artefice della vittoria ma che è uno degli undici, evitando che ci si ricamasse ancora sopra e che il ragazzo perdesse la retta via, chiudendolo in quel guscio che porta sempre con sé e che puntualmente usa per difenderlo dalle insidie esterne. Certo, perché Mou ha ragione; è stata la vittoria di un undici coeso, che ora lotta su tutti e tre i fronti e può vincere davvero tutto, perché due vittorie nel giro di quattro giorni contro Milan e Juventus non sono roba da poco e se l’Inter mantiene questa continuità Carletto Ancelotti , tecnico del Chelsea, non dormirà sonni tranquilli pensando ad arginare l’ondata nerazzurra, che vuole esplodere anche in giro per l'Europa.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 29 gennaio 2010 alle 08:51
Autore: Alberto Casavecchia
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