A tutto Jonathan. E' il difensore brasiliano l'ospite della Prima Serata di Inter Channel in onda dalle ore 21 sul canale 232. "Trascorro molto tempo con Juan Jesus - racconta rispondendo alle domande che arrivano dai tanti tifosi e riportate da Roberto Scarpini -, ma non è il solo con il quale vado d'accordo tra i miei compagni. Certo, io e Juan parliamo la stessa lingua a questo ci avvicina, ma sono amico anche di Cambiasso o di Milito. Sto bene con tutti anche se mi definirei una persona riservata, scherzo quando c'è da scherzare".
E proprio su Juan Jesus, spiega: "E' un bravo ragazzo, ha un cuore d'oro. Come calciatore non c'è bisogno di parlarne troppo, sta dimostrando tanto, deve ancora da crescere perchè è ancora giovane, ma tra due tre anni potrebbe diventare il difensore più forte". A proposito del suo futuro: "Per adesso non penso di tornare in Brasile, la mia voglia è quella di rimanere qui all'Inter fino alla scadenza del mio contratto. Se poi potremo decidere insieme per il rinnovo sarebbe una cosa bella, mi piace il calcio italiano anche se sono sempre stato consapevole della sua difficoltà. Avevo avuto la possibilità di andare a giocare in Spagna, ma non era una cosa che mi piaceva tanto sia come contratto che come squadra. Quando l'Inter mi ha cercato ho subito detto al Santos che sarei voluto venire qui e vorrei rimanere qui in Italia fino a che mi vogliono".
E lontano dal campo, Jonathan sa bene a che cosa e a chi dedicare il suo tempo: "Quando non mi alleno sto sempre con la mia famiglia, con mia moglie, mia figlia, il mio amico Roberto...faccio il papà". Come spiega durante la Prima Serata di Inter Channel (in onda dalle ore 21), i tifosi per Jonathan "sono la cosa più bella di una squadra perchè il loro sostegno è fondamentale. Devo dire la verità, dopo che sono andato via dal Brasile non avevo mai visto così tanto affetto e questo è importante per me, ma anche per tutta la mia famiglia. Loro mi conoscono meglio di chiunque: quando le cose vanno bene, io sto bene. Quando le cose vanno male, non sto bene".
Il rapporto con Andrea Stramaccioni "è buono - spiega -. Io rispetto tutte le sue decisioni e quelle di tutti coloro che ci sono qui all'Inter". Pensare al terzo posto, si può. Lo dice lo stesso Jonathan: "Sappiamo che possiamo arrivarci e, allo stesso tempo, sappiamo che non sarà facile perchè non dipende solo da noi, ma anche dall'andamento delle altre squadre. Spero solo che quella fortuna che fino ad adesso ci è mancata possa accompagnarci in questo finale di stagione. Quello che è sicuro è che tutti noi vogliamo fare bene e raggiungere l'Europa".
I compagni più divertenti sono "sicuramente Cassano e Zanetti, il capitano ci fa tantissimi scherzi, ma calcisticamente parlando posso dire che qui ho trovato tutti campioni. In Brasile guardavo giocare l'Inter e vedevo una squadra forte. Quando mi è arrivata la proposta del Club nerazzurro sapevo che non sarebbe stato facile conquistare un posto in squadra, ma mi sono detto: se loro mi vogliono è perchè hanno visto in me delle qualità e allora posso fare parte anche io di quel gruppo".
Alti e bassi nella stagione attuale che sicuramente Jonathan non nasconde rispondendo alle tante domande dei tifosi durante la Prima Serata in onda in questi minuti su Inter Channel.
"Quando ho giocato meno è stata la mia famiglia a darmi l'aiuto maggiore - spiega il difensore -, ma non solo: il sostegno è arrivato anche da parte dei compagni e dei membri dello staff nerazzurro che mi dicevano di non mollare. Anche Piero Auslio mi ha aiutato tanto, mi ha sempre detto che il calcio era così, ma che io avrei dovuto guardare avanti e impegnarmi. Poi, è normale, mi hanno aiutato mia madre, mia moglie, mia figlia, quando torno a casa e trovo lei tutto passa. Ha sette anni e parla l'italiano molto meglio di me (ndr, sorride)".
Si torna indietro nel tempo: "I miei modelli? Quando ero giovane non guardavo i terzini perchè prima giocavo in attacco. Mi piacevano molto Romario, Bebeto e anche Ronaldo. Poi dai 16, 17 anni mi sono sempre ispirato a un terzino Maurinho, che giocava nel Cruzeiro, e dopo anche a Maicon. Tutti dicevano che avevamo le stesse caratteristiche, non è proprio così, ma mi è sempre piaciuta la sua voglia di spingersi in avanti in campo".
Migliorare, Jonathan sa di doverlo fare e sa anche dove: "Sicuramente posso fare meglio in tante cose, ma posso anche dire che non devo farlo tecnicamente. In questo io sono tranquillo. Magari possiamo parlare di posizionamento, della parte tattica nel chiudere la difesa, ma non nella tecnica. Credo che averla sia un dono e se si lavora si può migliorare".
L'esperienza fatta nel Parma - continua - "è stata fondamentale. Mi ha dato la continuità della quale tutti i calciatori hanno bisogno. Ho trovato un allenatore e uno staff che mi hanno aiutato molto. La Società è stata davvero brava con me e anche i tifosi mi hanno aiutato'.
L'allenatore che da centravanti lo ha trasformato in esterno "si chiama Silvano, avevo 13 anni". Per parlare di questo in collegamento telefonico c'è Luca Buzzi, tecnico delle giovanili del Cruzeiro: "Ero il suo allenatore, l'ho sempre seguito ed ero con Silvano quando abbiamo pensato a lui come difensore. Alla fine è arrivato nella mia squadra del cuore. E' un giocatore che può vestire tranquillamente la maglia dell'Inter, ancora non si è visto il vero Jonathan, ma sono sicuro che presto lo vedremo". Jonathan timidamente sorride e racconta: "Luca mi ha sempre detto che ero un calciatore adatto a giocare in Italia. Lui e Silvano mi hanno aiutato a crescere e a formarmi, era un momento di passaggio da una categoria all'altra. Aiutare l'Inter qui in attacco? A 17 anni ho giocato anche a centrocampo, a Parma un paio di volte ho giocato da interno".
Carattere in campo e non solo: "Forse sono troppo umile per questa professione. Se è un difetto? Ognuno lo vede a proprio modo. Io penso sempre con il cuore e nel calcio non si può farlo sempre". E fa sempre parte del suo carattere ciò che lo porta a emozionarsi quando Martina, tifosa nerazzurra, dice che gli occhi di Jonathan brillano quando si parla di Inter: "E' vero, succede sempre. Io lo so che è difficile arrivare in questa squadra e per questo in ogni allenamento e in ogni partita cerco di fare il massimo, per dimostrare che merito di stare qui. Ringrazio tutti i tifosi interisti e sono emozionato perchè non mi aspettavo tanto affetto. Sono felice per tutte queste dimostrazioni e aspetto di ripagarli in campo".
Jonathan spiega anche la scelta del numero 42 ("Nel Cruzeiro giocavo con il numero 2, al Santos con il 4. Qui sono arrivato, il 4 era di Zanetti, il 2 era di Cordoba") e che cosa avrebbe fatto se non fosse divenuto un calciatore ("Non lo so, non mi piaceva andare a scuola, ci andavo per poter giocare a calcio o per trovare una fidanzata (ndr, sorride)".
Si chiude parlando della prossima gara contro il Palermo: "Sarà una partita difficile, dobbiamo essere concentrati. Loro giocano bene e devono farlo per uscire da quella situazione di classifica, ma noi vogliamo il terzo posto, raggiungere l'Europa e la loro motivazione non può essere più grande della nostra".
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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