Alla vigilia del derby, Tencent Sports ha realizzato un’intervista esclusiva con Mauro Icardi, capitano dell’Inter. Un lungo colloquio nel corso del quale l’attaccante nerazzurro ha parlato del momento della squadra nerazzurra, del rapporto con il nuovo tecnico Stefano Pioli e di altri vari argomenti.

Questa è la tua seconda stagione da capitano dell’Inter, qual è la tua sensazione nell’essere diventato capitano di una grande squadra come quella nerazzurra?
"Prima di tutto, per me è un grande onore. Questo è il mio club, esserne il capitano è una grande responsabilità".

Cosa c'è di diverso in questa stagione? Ora che i cinesi con Suning sono entrati ufficialmente a guidare la società, come si sentono i giocatori rispetto ai nuovi proprietari?
"Ovviamente col loro arrivo sono successi grandi cambiamenti. Ma sappiamo come in estate Suning abbia permesso al nostro club di fare un sacco di investimenti, in modo da poter assicurare all'Inter di poter tornare a livelli superiori".

Qual è la prima impressione su Stefano Pioli?
"Dal primo giorno ha voluto collaborare con noi, ha molta familiarità con il calcio italiano. Sappiamo che è un ottimo allenatore, aveva anche fatto molto bene alla Lazio e con noi ha voglia di ripetere l’ottima esperienza precedente".

Quando sei arrivato all’Inter, c’erano grandi giocatori argentini come Javier Zanetti, Diego Milito e Rodrigo Palacio. Quanto ti sono stati di aiuto per integrarsi nel club?
"Sono stati ovviamente molto importanti, ma non solo loro tre; anche Esteban Cambiasso mi ha dato un sacco di aiuto. Quindi l’inserimento in una squadra come l’Inter è stato molto più facile".

Da quando sei all’Inter hai sempre avuto la maglia numero nove, quella di Ronaldo, Samuel Eto’o e altri grandi attaccanti. Non senti la pressione?
"Non necessariamente la numero nove porta pressione, di certo mi ha dato un sacco di motivazioni, ma non pressione. Essere capitano e portare la numero nove per me è un grande incoraggiamento".

Sei diventato capocannoniere della Serie A a 22 anni e sei entrato nel novero dei migliori attaccanti del mondo. Pensi mai di diventare un giorno Pallone d’oro?
"Il Pallone d’oro è certamente un sogno per tutti i giocatori, un obiettivo. Ma ora ci sono tanti ottimi giocatori che hanno la stessa aspirazione".

Il calcio moderno richiede attaccanti più completi, capaci anche di agire fuori dall’area. Tu cosa pensi?
"Sotto questo aspetto non sono certo un attaccante perfetto. Ma sto accumulando esperienza e sto cercando di capire dai miei allenatori quali sono le doti ideali per un attaccante moderno".

Il ct dell'Argentina Edgardo Bauza ha fatto capire che sei vicino al ritorno nella squadra nazionale. Sei pronto per sentire di nuovo l’effetto che fa l’Albiceleste?
"Questo è sicuramente uno degli obiettivi per cui sto lavorando sodo. Manco dalla nazionale da tre anni, spero di poterci tornare".

L’Argentina sta disputando un girone di qualificazione ai Mondiali altalenante, come te lo spieghi?
"Quest’anno le prestazioni non sono particolarmente buone, penso per tanti motivi. L’Albiceleste ha giocatori tra i migliori al mondo, ma nel mondo del calcio capita di avere i migliori giocatori e vederli non giocare bene in partita"

Hai avuto la possibilità di rappresentare l’Italia, ma hai detto no.
"Molti anni fa mi avevano invitato per l’Under 21, ma io sono argentino. Ma voglio anche ringraziare l'Italia e la nazionale italiana per aver pensato a me".

Hai potenza di tiro e grande abilità di testa; il tuo stile è simile a quello di Gabriel Omar Batistuta. Che ispirazione ti ha dato per la tua carriera?
"Sin da quando ho iniziato a giocare a calcio è stato il mio idolo. Voglio imparare da lui, ho visto un sacco di suoi video con le sue partite. Di certo però non ci possono mai essere giocatori uguali tra loro, ognuno è diverso dall'altro. Ma per quanto mi riguarda, essere paragonato a lui che è stato il miglior attaccante argentino è un grande onore". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 19 novembre 2016 alle 23:30
Autore: Redazione FcInterNews.it
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