Stavolta Genova sorride all’Inter, e lo fa a 32 denti. I nerazzurri mettono alle spalle la brutta sconfitta in Coppa Italia contro la Sampdoria e, nello stesso stadio, tre giorni dopo, rialzano la testa con una prestazione d’orgoglio e di forza. Tipici di una squadra che vuole ribadire di essere la più forte. Il 2-0 conclusivo punisce pesantemente i rossoblù, mai sconfitti in casa quest’anno (ultimo k.o. l’11 maggio 2008 contro la Lazio) e autori di un campionato strepitoso, ma la vittoria dell’Inter è inattaccabile. Forse è ancora presto per dirlo, ma potrebbe essere un successo fondamentale in chiave successo, anche alla luce dello stato psicologico dei giocatori, a pochi giorni dalla delicata trasferta dell’Old Trafford, crocevia di tutta la stagione interista.
Figo parte dal primo minuto con Stankovic in posizione più arretrata, in mezzo alla difesa Burdisso viene preferito a Cordoba al fianco di Materazzi. In attacco, assieme al rientrante Ibrahimovic, spazio a Balotelli. Per il Genoa formazione confermata, tranne che per l’inserimento di Sculli al posto di Mesto: Gasperini dimostra così di voler attaccare Santon, costringendolo a rimanere nelle retrovie. Il primo spunto degno di nota è un dialogo nello stretto tra Milito e Motta, con conclusione sbilenca del centrocampista costretto ad anticipare il tiro per l’intervento di Materazzi. Dalla parte opposta succede subito l’imprevedibile: lancio illuminante di Stankovic per Ibrahimovic che, in posizione regolare, controlla di testa e scavalca Rubinho con un pallonetto dolcissimo. Inter in vantaggio e Marassi raggelato. I rossoblù faticano a riprendere il bandolo della matassa e corrono qualche rischio di troppo a causa di una difesa a tre fin troppo alta, che gli è costata lo svantaggio dopo pochi secondi. Milito si batte come un leone ma termina spesso e volentieri in fuorigioco, fino a rimediare un’ammonizione dopo una protesta plateale con il guardalinee. I nerazzurri si difendono con ordine, Figo e Balotelli si dispongono sulle fasce per impedire a Rossi e Criscito di dare sostegno agli attaccanti di casa. Sembra che tutto prosegua nel modo migliore, almeno fino all’infortunio di Materazzi al 16’ (problema al flessore), che costringe Mourinho a inserire Cordoba. L’Inter perde una ventina di centimetri in difesa e questo aspetto si rende macroscopico al 21’, quando Thiago Motta stacca da solo nel cuore dell’area nerazzurra costringendo Julio Cesar a un intervento strepitoso di purissimo istinto.
L’occasione mancata dà entusiasmo al Genoa, che alza il livello di gioco e spinge sull’acceleratore, costringendo gli ospiti sulla difensiva. I problemi per Mourinho aumentano al 31’, quando Burdisso chiede il cambio per un problema al ginocchio che si trascina da qualche minuto. Con Chivu e Samuel non convocati e la coppia titolare di centrali infortunati dopo una mezz’ora, il tecnico portoghese è obbligato ad arretrare sulla linea difensiva Cambiasso, inserendo a metà campo Muntari. Davvero sfortunata la squadra nerazzurra, soprattutto considerando il fatto che mercoledì c’è la Champions League. In campo il Genoa non si fa impietosire e attacca a testa bassa, ma i ritmi troppo alti sono un invito a una serie infinita di errori e palle perse, ma anche di interventi fallosi che Morganti, in stile inglese, spesso ignora. Un’occasione per parte prima dell’intervallo: al 45’ Biava sotto porta non riesce a toccare come dovrebbe, semplificando l’intervento di Julio Cesar. Al quarto minuto di recupero Figo cerca Ibra sul filo del fuorigioco, ma l’uscita tempestiva di Rubinho evita guai peggiori a Gasperini.
Nessun cambio al rientro dagli spogliatoi, almeno fino al 55’ quando per rafforzare il reparto offensivo il tecnico del Genoa inserisce Palladino al posto di uno spento Jankovic. Cinque minuti dopo arriva il raddoppio nerazzurro, quasi a sorpresa: sponda di Ibra per l’inserimento di Balotelli che, pur costretto ad allargarsi di fronte a Rubinho, beffa sia lui che Marco Rossi (appostato sulla linea di porta) con un tocco beffardo. Inutili le proteste genoane, la palla varca la linea di porta e fissa il punteggio su un inequivocabile 2-0. In mezzo alla girandola di cambi (Mancini sostituisce Figo tra i nerazzurri) si registra anche una buona occasione per Marco Rossi, che con il sinistro alza sopra la traversa. Decisamente più ghiotta l’opportunità per Biava al 75’: il suo diagonale dopo uno spunto del neo-entrato Oliveira si spegne di poco a fondo campo. La squadra di casa tenta costanti manovre di accerchiamento ma la difesa interista, orchestrata in maniera perfetta da Cambiasso, regge bene il colpo. I campioni d’Italia non disdegnano comunque qualche sortita offensiva, con un Balotelli galvanizzato dal gol. Il tempo trascorre e i tentativi generosi dei liguri non producono nulla, anzi all’89’ è Mancini che costringe Rubinho a deviare in calcio d’angolo.
Paradossalmente, per il portiere brasiliano del Genoa è il primo vero intervento di tutta la partita. Dopo tre minuti di recupero Morganti sancisce la vittoria nerazzurra, che dopo i festeggiamenti deve suo malgrado fare la conta degli infortunati e valutare l’entità dei danni che attanagliano il reparto difensivo. Ma per questo c’è tempo, l’importante è che la squadra di Mourinho abbia recuperato la compattezza e lo spirito vincente. E stavolta nessuno tiri fuori questioni arbitrali…
GENOA-INTER 0-2
(Primo tempo 0-1)
MARCATORI: Ibrahimovic al 2' p.t.; Balotelli al 16' s.t.
GENOA (4-3-3): Rubinho; Biava, Ferrari, Bocchetti (dal 27' s.t. Mesto); M. Rossi, T.Motta, Juric, Criscito; Sculli (dal 21' s.t. Olivera), Milito, Jankovic (dall'11's.t. Palladino). (Scarpi, Papastathopoulos, Modesto, Milanetto). All. Gasperini.
INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Burdisso (dal 31' p.t. Muntari), Materazzi (dal 16' p.t. Cordoba), Santon; J.Zanetti, Cambiasso; Figo (dal 27' s.t. Mancini), Stankovic, Balotelli; Ibrahimovic (Toldo, Jimenez, Crespo, Adriano). All. Mourinho.
ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno.
NOTE - Spettatori 32.000, paganti 9.476 per un incasso di 338.837,00 euro. Abbonati 22.856 per una quota di 285.173,00 euro. Ammoniti Ibrahimovic, Mancini, Ferrari, T. Motta e Biava per gioco scorretto, Milito per proteste, Balotelli per comportamento non regolamentare. Angoli 7-2. Recuperi: p.t. 4', s.t. 3'.
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