La batosta rimediata contro la Roma dal punto di vista dei numeri potrebbe aprire pagine e pagine di scusanti ed attenuanti. Nonostante sul piano del gioco l’Inter si sia mostrata presente, probabilmente in modo confusionario, e sebbene il carattere non sia mai mancato, l’analisi degli episodi che hanno condizionato il 3-0 finale non può che sottolineare un controsenso tattico al quale Walter Mazzarri non ha saputo porre rimedio.

Nessuno l’avrebbe pronosticato ad inizio stagione, ma l’assenza di un Jonathan estremamente positivo in questo inizio di stagione ha costretto Walter Mazzarri ad una mossa tanto scontata quanto inefficace. L’inserimento di Alvaro Pereira sulla corsia mancina dell’undici titolare e il conseguente slittamento di Yuto Nagatomo sulla fascia di destra non ha portato, risultati alla mano, i successi sperati e pronosticati dal tecnico di San Vincenzo.

Tornando alla sfida con la Roma, ad esempio, sulle spalle del Palito gravano pesantemente l’intervento in ritardo su Gervinho al limite dell’area, che ha poi ingannato i direttori di gara in occasione del rigore trasformato da Francesco Totti e il mancato intervento sullo stesso Totti che ha poi lanciato il contropiede fatale per il 3-0 di Florenzi. Se a questo si aggiunge un Nagatomo timido, bloccato ed incapace di replicare lungo l’out di destra le stesse prestazioni offerte sulla corsia mancina, risulta evidente come Walter Mazzarri abbia perso, in un colpo solo, entrambi gli esterni, punto di forza del suo schieramento.

Puntare il dito su un giocatore ancora in ritardo di condizione e, soprattutto privo della giusta dose di motivazione e cattiveria per un inizio di stagione stentato anche in sede di preparazione è una scelta facile, ma priva di logica. Il Palito, va ricordato, è stato costretto a saltare gran parte della preparazione atletica estiva, svolta nel ritiro di Pinzolo, a causa di una Confederation Cup disputata dalla prima all’ultima sfida. Questa fatale coincidenza ha consentito a Nagatomo di guadagnare i galloni da titolare, facendo scivolare al secondo posto nelle graduatorie di Mazzarri l’esterno uruguaiano.

Proprio all’allenatore toscano, e alla sua capacità di lavorare attentamente ai dettagli sul campo di allenamento, passa ora la palla per risolvere questo quanto mai fastidioso problema tattico. Le due settimane di sosta consentiranno al tecnico di lavorare sulla psicologia della squadra ma non di Pereira, che proverà a guadagnarsi stima e fiducia con la maglia dell'Uruguay. 

Se Mazzarri non saprà recuperare al 100% il Pereira ammirato con la maglia del Porto l’allenatore nerazzurro dovrà studiare soluzioni alternative e più solide per poter confermare il bel gioco espresso con i suoi titolari. Wallace al momento non convince e l’allargamento di un centrale difensivo come Juan Jesus aprirebbe il fianco di una difesa che, recuperato Hugo Campagnaro, dovrebbe ritrovare la quadratura di inizio stagione. Se Pereira non saprà ritrovarsi, a gennaio, molto probabilmente torneranno in auge le voci di mercato che hanno distratto l’esterno uruguaiano già nel corso di questa estate. Aspettando il jolly dei jolly, il rientrante capitano Javier Zanetti, in grado di offrire una grande varietà di soluzioni attualmente indisponibili nella faretra di Walter Mazzarri.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 06 ottobre 2013 alle 22:15
Autore: Emanuele Tramacere / Twitter: @tramacema
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