C’era da aspettarselo. Che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto in campo e che, di conseguenza, le perplessità predefinite sul suo conto sarebbero riaffiorate, al punto da restituirlo al limbo della diffidenza. Felipe Melo, dopo 16 giornate di campionato abbastanza tranquille, è incappato contro la Lazio in una delle sue serate storte in cui l’istinto ha prevalso sulla testa. Oltre allo sciocco intervento su Milinkovic-Savic, costato rigore e sconfitta all’Inter, il brasiliano si è reso protagonista di un intervento pericoloso e scoordinato ai danni di Biglia, rimediando una sacrosanta espulsione sfociata due giorni dopo in una squalifica di tre giornate di campionato. Squalifica per cui il club ha deciso di non ricorrere, decisione che però non intacca l'involontarietà del gesto, come si evince dalle parole del suo agente Rodriguez: "Felipe è molto amareggiato per quanto accaduto e per il risultato perché lui dà sempre tutto per la squadra e vincere è nel suo dna. Quando non ci riesce è sempre deluso. Sono sicuro che non è intervenuto per far male a Biglia, ma per spazzare via il pallone. Si vede anche dalle immagini. È stato un incidente, una circostanza sfortunata e fortuita. Si è voluto sincerare subito, così come dopo la partita, delle condizioni dell’avversario ed era dispiaciuto per l'accaduto".
Felipe Melo deve indirettamente fronteggiare il suo nemico numero uno in questo momento: la tifoseria nerazzurra. Perché tra i tanti colpevoli per la sconfitta deludente contro la Lazio l’ex Galatasaray probabilmente è ben posizionato sul podio, accanto al suo principale sponsor Roberto Mancini che lo ha voluto fortemente la scorsa estate. Prestazione sotto tono e lo scempio finale hanno riportato alla mente le forti perplessità che accompagnavano il ritorno in Italia del classe ’83, le cui ‘gesta’ antisportive sono sempre rimaste ben scolpite nella mente degli appassionati, dimentichi invece delle qualità calcistiche che ha sempre mostrato, anche nella sua prima parte di carriera nerazzurra. Si pensi all’esordio, durante il derby alla terza giornata di campionato: una marea di consensi, prestazione da leader e personalità traboccante in una partita molto importante. Gli è bastato poco per ritagliarsi uno spazio nel cuore dei tifosi, gli stessi che tra alti (molti) e bassi (qualcuno) lo hanno sempre incoraggiato e sostenuto. Anche dopo l’espulsione ingenerosa di Bologna per doppia ammonizione, che lo ha visto più vittima che colpevole. La fiducia dell’allenatore (e della società) nei suoi confronti è sempre stata evidente, le 12 presenze (e un gol decisivo all’Hellas) lo eleggono tra i più utilizzati nel regno del turn over manciniano e se l’Inter oggi è prima in classifica è anche merito della solidità che ha garantito in mediana, dove ha trasmesso tutta la sua esperienza anche a compagni meno dotati da questo punto di vista. In altre parole, quello di Felipe Melo, al di là della diffidenza iniziale, col tempo si è trasformato in un acquisto intelligente. Almeno fino a domenica sera.
Durante la partita contro la Lazio tutte le sicurezze e i consensi faticosamente guadagnati sul campo si sono di colpo volatilizzati, lasciando spazio alla sfiducia e al classico ‘lo sapevo’. Sul web, in particolare, si è concretizzato il disappunto di molti tifosi interisti, che hanno rispolverato vecchi rancori e diffidenze e lo hanno bocciato per la seconda volta dopo un’estate trascorsa a sperare che non si vestisse di nerazzurro. Quei sentimenti negativi che erano rimasti sotto coperta dal derby in poi e che non sarà facile insabbiare nuovamente, anche se il diretto interessato, per indole, ne è consapevole e non se ne cura. Ovvio che abbia commesso errori molto gravi contro la Lazio, di cui lui stesso si è prontamente pentito, ma da qui a bocciarlo definitivamente, sostenendo che è sempre il solito inaffidabile picchiatore, ce ne passa. E la gogna mediatica a cui oggi viene sottoposto non fa che alimentare il punto di vista negativo degli stessi tifosi interisti, o quanto meno di una fetta significativa ancora scottata dall’ultima partita del 2015. Adesso non resta che capire quanto Felipe Melo dovrà realmente rimanere fuori per squalifica e attendere il suo ritorno in campo, visto che Mancini non lo accantonerà di certo per quanto accaduto, pur avendolo pubblicamente bacchettato nel dopo gara. Così come prima di arrivare, il centrocampista di Volta Redonda cercherà di cogliere al volo la prima opportunità offerta dal campo per convincere nuovamente i suoi detrattori di poter essere un punto di riferimento per un’Inter vincente. Lo ha già fatto, sa di poterci riuscire.
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