Diego Milito sta lavorando al massimo, spinge sull’acceleratore per poter tornare disponibile, almeno per sedere in panchina, il prossimo 2 aprile, nel derby che può decidere lo scudetto. Proprio quello scudetto che, lo scorso anno, Diego contribuì a rendere nerazzurro, grazie ai suoi 22 gol in Serie A e al tocco d’esterno a Siena, quello decisivo il 16 maggio. L’obiettivo del Principe è quello di poter ritornare disponibile per il finale di stagione, laddove l’Inter ha la grandissima possibilità (ma non lo deve gridare ai quattro venti, a differenza di qualcun altro) di ripetere il Treble dello scorso anno, essendo ancora in lotta su tutti e tre i fronti. L’argentino vuole ritornare ed essere decisivo, come lo fu la stagione scorsa, segnando i gol pesanti, quei gol che quest’anno, per vari infortuni e anche per sfortuna, sono purtroppo mancati.
20 presenze e 6 gol sono un bottino troppo esiguo per un attaccante che vive di soli gol come lui, che lo scorso anno ne realizzò 30 in 52 gare. La sua stagione sfortunata ha le radici nel Mondiale di Sudafrica, un Mondiale che lui avrebbe meritato di vivere da protagonista, ma che vide dalla panchina. Maradona non lo vedeva e sicuramente questo ha influito psicologicamente su di lui. Diego lo conosciamo: è un uomo che vive di fiducia. Se sente intorno a se affetto e considerazione (Mourinho lo coccolava alla grande) rende al massimo delle sue possibilità. Con Benitez la situazione apparve pressoché identica a quella vissuta con Maradona: lo spagnolo non riesce a riprenderlo psicologicamente, nonostante le belle parole che spende nei suoi riguardi. In più arrivano i primi guai fisici, postumi della stagione passata vissuta al massimo delle possibilità, che ne minano la tranquillità.
Diego, dopo lo stop in Nazionale a ottobre e quello successivo nel derby di novembre, si ferma e decide di lavorare per rientrare in prossimità del Mondiale. Rientra e segna un gol in semifinale. Poi attende con gioia l’arrivo di Leonardo. Il brasiliano lo stima e lo elogia pubblicamente ammettendo che non deve dimostrare nulla a nessuno. E Diego ritrova la via del gol in campionato, mettendo a segno due reti contro Bologna e Cesena. Ma c’è un altro infortunio alle porte, seppur meno fastidioso rispetto agli altri. Rientrerà contro la Roma, poche settimane dopo, ma quel quarto d’ora è ancora sfortunato. Non solo manca alcuni gol facili, ma ricade ancora una volta, allo stesso bicipite femorale, che tante vittime ha mietuto in passato, ad Appiano. Stop più serio, di circa 50 giorni. Milito vorrebbe fare di tutto per esserci contro il Bayern Monaco in Germania, contro quella squadra che ammattì a Madrid. Ci prova, con tutta la buona volontà, ma non ce la fa, complici i consigli dello staff medico. Fortuna che Pandev si riveli decisivo e porti l’Inter nei Quarti, regalando al Principe la possibilità di brillare, ancora una volta, anche sul palcoscenico europeo, dove è ancora a secco.
Ora tutto è pronto per il suo ritorno: il derby è una partita che forse di più lo esalta. Il Milan è un avversario sempre castigato, con 4 gol in 4 gare, 2 nella stagione 2008/2009 e 2 nella stagione scorsa. Leo spera nel suo recupero totale, prima mentale che fisico, perché l’Inter, per ripetersi, ha anche bisogno di lui, che tra l’aprile e il maggio 2010, realizzò ben 8 gol, tra cui 4 che scrissero la storia. Leonardo ha pronte le pagine bianche, Diego impugna il calamaio, intriso d’inchiostro, per poterle riempire, con la sua prestigiosa firma.
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