Non fosse sceso in campo nel secondo tempo di Bayern Monaco-Inter, gli si potrebbe attribuire l’etichetta di desaparecido. Philippe Coutinho, arrivato all’Inter la scorsa estate non appena maggiorenne, non ha vissuto una grande stagione, non quella che si sarebbe atteso. Per lui un buon numero di presenze tra campionato e Champions durante l’era Benitez, ma poche luci e qualche ombra di troppo. Non tanto per lacune dal punto di vista qualitativo, quanto piuttosto per la sfortuna di essersi trovato tra i protagonisti involontari della crisi di fine 2010 nerazzurra. Il tecnico spagnolo infatti, complici le assenze dei titolari, si è visto spesso costretto a schierarlo in situazioni complicate e in posizioni non a lui consone, limitandone le potenzialità e caricandolo di responsabilità.

DA BENITEZ AL PALERMO - I programmi per Coutinho non erano certo questi. Il giovanissimo talento brasiliano avrebbe dovuto godere di un inserimento soft nel calcio italiano, qualche presenza in partite non troppo impegnative, qualche minuto di ossigeno concesso a Sneijder e poco altro, in attesa della consacrazione nella stagione successiva. Invece la situazione infortuni lo ha esposto al martirio della critica assieme ai compagni ben più esperti di lui, mettendolo in cattiva luce. Con l’arrivo del connazionale Leonardo sembrava che per Philippe si aprissero le porte dell’esplosione, magari nel ruolo preferito. Invece, dopo essersi ripreso dall’infortunio muscolare che gli ha fatto perdere la trasferta di Abu Dhabi, per lui pochi attimi di visibilità, conclusasi al 45’ di Inter-Palermo (sullo 0-2), quando Leo lo ha sostituito con Pazzini che lo ha gratificato con una prestazione da fenomeno e decisiva. Da allora (era il 30 gennaio), nessuna presenza fino all’opportunità di Monaco, dove ha dato il via all’azione del 2-2 di Sneijder e si è guadagnato un po’ di riflettori e rinnovata popolarità.

LE TRE MOTIVAZIONI - Ma perché Leonardo ha deciso di non insistere troppo su Coutinho? Dietro la scelta dell’allenatore ci sono tre motivazioni in particolare: 1) Il rientro di Sneijder, titolare del ruolo di trequartista, ha evitato di dover esporre il baby talento a nuovi bagni di sangue patiti con Benitez; 2) Il cambio di modulo (4-3-1-2) ha ‘privato’ almeno inizialmente l’Inter di attaccanti esterni, togliendo a Cou la possibilità di una posizione alternativa; 3) Leo e lo staff tecnico hanno deciso di comune accordo di aspettare prima di riproporre il ragazzo, non ritenuto ancora pronto fisicamente per giocare nel campionato italiano. Ragioni più che valide che, insieme, hanno allontanato Coutinho dal rettangolo di gioco. Oggi, per quanto lo riguarda, si ipotizza una cessione in prestito e le voci sul possibile arrivo di Ganso (stesso ruolo) alimentano l’ipotesi.

INVESTIMENTO DA PRESERVARE - Ma attenzione: non si tratterebbe di una bocciatura, anzi. È la conferma della volontà nerazzurra di insistere sull’ex Vasco da Gama, acquistato quando era ancora 16enne. Si tratta di un investimento con la ‘i’ maiuscola e il club non vuole bruciarlo. Tanta palestra e una nuova esperienza nel calcio italiano, dove possa mettere minuti nelle gambe, lo prepareranno al meglio al ritorno in nerazzurro. Indiscrezioni vorrebbero due società favorite per il prestito: Sampdoria e Chievo. Molto dipenderà dall’esito del campionato blucerchiato. In caso di malaugurata retrocessione, infatti, sarebbero i gialloblù, club amico dell’Inter, a godere delle prestazioni di Coutinho la prossima stagione, e magari anche quella successiva. Giusto il tempo di maturare per tornare e prendere per mano la squadra nerazzurra.


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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 marzo 2011 alle 12:25
Autore: Fabio Costantino
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